PESARO – Sì del consiglio comunale alla variante di Largo Tre Martiri, è l’ultimo atto del Consiglio comunale di Pesaro. Un atto che ha generato polemiche politiche e dei cittadini. Tanto da fare tornare sui propri passi l’amministrazione per quanto riguarda la viabilità.
L’obiettivo era la suddivisione in quattro sub-comparti autonomi”. L’assessora Della Dora ha illustrato il documento: «La delibera recepisce l’emendamento approvato nel precedente Consiglio comunale; lo integra nella parte dello stralcio della parte dell’infrastruttura viaria di collegamento tra lungofoglia Caboto e via Agostini, nel mantenimento della viabilità in doppio senso di marcia in lungofoglia Caboto e nella modifica della zonizzazione dei comparti 3 e 4. Alla delibera si aggiunge in questo terzo passaggio il parere della Provincia che indica che “dovrà essere adottata una soluzione progettuale che garantisca il collegamento ciclabile fra l’attuale pista di Via Lungofoglia Caboto e Largo Tre Martiri, al fine di dare continuità al tratto esistente e aumentare la sicurezza stradale dei ciclisti”».
«Come già detto – ha precisato Della Dora – la variante prevede una riduzione del consumo di suolo. La suddivisione del comparto in 4 lotti riduce di 600mq la capacità edificatoria rispetto a quanto previsto dal Prg; il documento comporta anche una diminuzione del rischio idraulico negli edifici grazie allo studio di mitigazione svolto». L’assessora ha ricordato infine, «il valore aggiunto della delibera che è la riqualificazione dell’area ex Suzuki, su cui c’è la volontà di intervenire come garantito dagli stessi proprietari. L’intera città ha interesse a che l’ingresso nord della stessa sia riqualificato».
Per il consigliere Fdi Redaelli: «Le criticità della delibera aumentano con la prescrizione della Provincia che chiede continuità alla ciclabile. Nelle tavole non si dà evidenza di come lo si farà. Se realizzata sul lato destro, sarà spezzata e “in curva”; se sul sinistro si incapperà nell’ostacolo degli alberi e nel restringimento delle corsie. L’intervento andava previsto adesso, se si farà in fase esecutiva non si riuscirà a gestire la situazione, la si subirà. È l’ennesimo errore di una delibera nata sbagliata».
Malandrino (Fdi) ha incalzato: «Non c’è in zona alcun bisogno di nuovi edifici. Erano previsti per una città di 24 anni fa. Favorevole alla rivisitazione dell’ex comparto Suzuki, un mostro edilizio ma non alla realizzazione di un edifico alto 18 metri dal piano stradale. Preferire una revisione del progetto volta a creare una zona che darà lustro alla città. C’è bisogno di verde».
G. Marchionni: «La delibera è stata strumentalizzata in termini elettorali dalla stessa persona che diede autorizzazione al Prg, di cui questa variante è frutto». La consigliera ha aggiunto: «Questo terzo passaggio in Consiglio rappresenta l’arroganza della giunta che amministra la città che vuole rimanere sorda nei confronti di un intero quartiere e delle 1000 firme raccolte».
Per Bellucci (Pd): «L’impegno dell’Amministrazione rispetto al comparto oggi potrebbe avere una conclusione che consente il risanamento di un’area compromessa dal punto di vista della staticità, della sicurezza e del decoro. Faccio notare che nel Prg erano previsti 2 edifici (uno da 3, uno da 2 piani) con 1800 mq di superfici. La variante in discussione prevede un cambio sostanziale delle destinazioni d’uso (prima era terziario) diminuendo l’impatto di utilizzo delle stesse nell’area». Sulla ciclabile, «Il posizionamento è auspicabile lungo l’argine del fiume per non modificare la viabilità». Infine, «Capisco che chi ha un danno diretto sarà poco felice della scelta, ma in ballo c’è il futuro dell’intera città e occorre assumersi la responsabilità di un percorso».
Dallasta è critico: «Non ci si rende conto che andiamo a costruire sul bordo del Foglia mettendoci un edificio a 5 piani, e realizzandolo su un’area verde. Senza considerare il traffico che sarà implementato dai residenti di 3 palazzi, composti da quasi 40 appartamenti affacciati su una rotatoria».
Lugli (M5s) ha chiuso: «Ammetto che la delibera non incontra il pieno consenso di tutti ma sostenerla è fondamentale per la riqualificazione urbana che quel territorio sta aspettando da troppo tempo».