Pesaro

Pesaro24, l’opposizione: «Fondi alla Pescheria è privatizzazione dell’organizzazione». La replica: «Massima trasparenza»

La presidente della Commissione Cultura Mattioli: «L'ostruzionismo della destra pesarese anche verso la cultura»

PESARO – Fondi per la Capitale della Cultura, una parte destinata alla Fondazione Pescheria. L’opposizione parla di «privatizzazione dell’organizzazione di Pesaro2024 con risorse pubbliche».

La presidente della commissione Cultura Annamaria Mattioli spiega: «I benefici economici della nomina a Capitale italiana della Cultura cominciano a manifestarsi già da un anno prima dell’evento e non si esauriscono col termine dello stesso, ma anzi continuano ad avere rilevanza anche fino ai cinque anni successivi, come già successo nelle città che ci hanno preceduto. Il fenomeno principale da osservare da questo punto di vista è, ovviamente, quello del turismo, un volano che porterà a Pesaro decine di migliaia di cultori dell’arte, poesia, musica e teatro. I professionisti e i direttori artistici devono essere giustamente retribuiti per il lavoro svolto, come i 50 comuni della provincia che saranno nel 2024 a turno, Capitale della Cultura per una settimana e nelle loro progettazioni vanno supportati e sostenuti anche finanziariamente. Sarebbe stato opportuno che il contributo ministeriale di un milione, come quello regionale si presume da 500mila euro fossero stati già da subito a disposizione delle nostre casse comunali. Così non è stato e da qui l’esigenza consequenziale di inserire nella variazione di bilancio un anticipo di liquidità disponibile di 800mila euro, per poter mettere in atto tutto l’iter progettuale, con la certezza che questi fondi rientreranno. Anticipare le risorse statali, è una procedura “abituale” per le Capitali della cultura che possono vantare bilanci sani, così anche Pesaro».

L’assessore Daniele Vimini ha risposto poi alle accuse di poca trasparenza: «Ogni Capitale si dota di uno strumento come la Fondazione, generalmente pubblica e noi abbiamo fatto la scelta di sobrietà di non crearla ad hoc, opzione che avrebbe comportato nuovi costi e nuove spese per il personale. Avendo da poco rivisto le funzioni di quella della Pescheria, di cui sono Presidente, abbiamo scelto di usarla per evitare doppioni e soprattutto per evitare di sovraccaricare la struttura dell’ente. Non c’è niente di più trasparente del far gestire a un ente pubblico il bilancio di questo evento. Al consiglio spetta una funzione di controllo che riguarda anche l’attività della Fondazione Pescheria. Per il resto l’accusa di mancata chiarezza o è fumo che si agita per creare confusione o, peggio, per complicare le attività e ritardare l’obiettivo».

Infine chiosa Mattioli: «Dovremmo essere tutti promotori e sentinelle attive del territorio che è stato riconosciuto esempio per saper diffondere “la natura della cultura”.  Stop alla cecità politica e all’ostruzionismo di opposizione, per giustificare la bocciatura di una variazione di bilancio, remiamo tutti dalla stessa parte visto che parliamo di cultura e stiamo costruendo insieme un percorso comune per il bene della nostra Pesaro».