PESARO – Le strettoie del nuovo Piano Casa. Da 100 a 1 domanda in meno di un anno. «È il record negativo dell’ex Piano Casa, sostituito nel 2023 dalla Regione Marche da altre norme che, come dimostrano i numeri, hanno reso inapplicabile la possibilità di fare piccole modifiche e ampliamenti alle abitazioni che lo necessitano». È l’attacco del sindaco di Pesaro Andrea Biancani e dell’assessore all’Urbanistica Andrea Nobili, dopo l’approvazione in Consiglio comunale dell’unica richiesta arrivata agli uffici dell’Amministrazione per l’anno 2024.
«Dal 2010 al 2022 la media annua delle domande era di circa 80. Nel 2023 è stata raggiunta quota 100, mentre nel 2024 soltanto 1. Un crollo spaventoso – dicono – che dimostra come i nuovi criteri imposti dalla Regione Marche siano troppo restrittivi e complichino la vita a cittadini, tecnici e imprese».
Una vera e proprie emergenza, già preannunciata da Biancani nel 2023, allora consigliere regionale, al momento dell’approvazione in Consiglio Regionale della nuova legge urbanistica che, tra le altre cose, ha affossato il Piano Casa. «Le preoccupazioni di allora, oggi, purtroppo, si sono trasformate in realtà. I numeri dimostrano che la normativa della Regione Marche, seppur annunciata come una soluzione parziale che poteva consentire piccoli ampliamenti agli edifici esistenti, in realtà rende tutto più complicato, come avevo più volte annunciato».
Le modifiche più significative, oltre a prevedere una riduzione dell’ampliamento massimo che passa dal 40% al 20%, «comportano, soprattutto, l’allungamento delle procedure di approvazione, l’aumento dei vincoli e dei pareri richiesti». Infatti, «il progetto, che prima prevedeva solo l’approvazione degli uffici tecnici del Comune, ora deve addirittura essere votato dal Consiglio Comunale – come successo nell’assise di ieri (11 dicembre ndr) – che dovrà riconoscerne persino l’interesse pubblico». Praticamente una vera e propria variante urbanistica. «E, come se non bastasse, ogni Comune dovrà anche istituire una Commissione Paesaggio, la quale dovrà dare un parere vincolante se l’ampliamento è superiore al 10% del volume esistente o comunque a 100 metri cubi (circa 30mq). Tutte questioni che, essendo la norma inapplicabile, al momento non si sono neppure poste in quanto sono mancate le domande».
Ancora sindaco e assessore: «Un problema diffuso, che non riguarda solo i pesaresi, ma che interessa anche i Comuni limitrofi, come Fano, Urbino, Fermignano, Senigallia. Ciò dimostra che la valutazione fatta da parte della Regione è sbagliata, un flop. Perché la nuova norma invece di snellire le procedure e facilitare i cittadini li rallenta. Un danno che ricade sulle famiglie, che avranno meno possibilità di intervenire sulle abitazioni, e soprattutto sull’economia legata alla casa e quindi su professionisti, imprese e tutto l’indotto dell’edilizia, che vedranno, inevitabilmente, ridurre le proprie attività. Settore che – conclude il sindaco – è già in difficolta in quanto non c’è più incentivo del bonus 110, e con tutte le altre agevolazioni confermate solo per un anno».