Pesaro

Piano rifiuti Pesaro Urbino, sit in sotto il Comune contro la discarica di Riceci

Capannello di manifestanti con cartelloni e metri lineari per scongiurare la riduzione delle distanze dai centri abitati

PESARO – Piano dei rifiuti ed emendamento salva-Riceci. Sit in sotto il Comune del comitato “NO discarica”. Cartelli eloquenti ma anche metri mostrati ai passanti e alla stampa per sottolineare il tema delle distanze.

Venerdì 20 dicembre è in programma l’assemblea Ata, che dovrà decidere sul piano dei rifiuti. La polemica è scoppiata nei giorni scorsi quando la consigliera regionale Pd Micaela Vitri aveva attaccato Biancani per aver proposto un emendamento che riduceva le distanze delle discariche dai centri abitati, bollandolo come “Salva-Riceci”. Il sindaco ha spiegato che non è così, ma che il pubblico deve fare delle scelte. Al contrario la Provincia chiede di aumentare le distanze con il presidente Paolini.

Un cortocircuito tecnico e politico, in cui si sono inseriti residenti della zona di Riceci e il comitato contro la discarica. «Il punto più preoccupante riguarda la richiesta di ridurre a 500 metri (attualmente sono 2000 metri) la distanza minima dai centri abitati per costruire un discarica di rifiuti urbani e speciali, sia pericolosi sia non pericolosi.

Invitiamo tutti a connettersi per partecipare alla riunione in modo da mostrare quanto siamo arrabbiati e sdegnati e soprattutto quanto teniamo al nostro territorio e alla nostra salute. La cosa è a dir poco vergognosa! A quanto pare in ATA pensano che le esigenze di bilancio delle aziende per la gestione dei rifiuti vengano prima della tutela dell’ambiente e della salute pubblica. Un certo tipo di impresa e un certo tipo di politica, che la asseconda, non hanno accettato il no alla discarica di Riceci: un no giusto, legittimo, sancito dalle leggi vigenti e dalle rilevazioni tecnico-scientifiche relative al terreno, al paesaggio, ai diritti dei cittadini. Possiamo aspettarci di tutto, adesso, per la data del 20 dicembre. Che si confermino, come sarebbe dovuto e in linea con gli impegni assuinti dalle istituzioni, i 2000 metri di distanza dall’abitato per una discarica (ma non è ora di finirla, con le discariche, come chiede l’Unione europea?) oppure che si tenti di proporre un gioco di prestigio, un voltafaccia per riaprire la pratica della discarica a Riceci e, in futuro, altre pericolose pratiche in altre zone della provincia di Pesaro e Urbino. Ecco cosa significa la proposta dei 500 metri come distanza minima: discariche a un tiro di sasso dalle case dove vivono bambini, famiglie, persone con diritti. Diciamo no, con la massima determinazione, ai 500 metri e a queste politiche inaccettabili.».

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