PESARO – Piano Socio Sanitario Regionale discusso in Consiglio Regionale, il M5S analizza quanto prodotto dalla Regione e lo fa con aspre critiche. «Un libro dei sogni dove l’eccellenza e l’efficienza rimarranno solo sulla carta».
A dirlo è Marta Ruggeri che sottolinea: «Un Piano ad invarianza finanziaria, senza la necessaria previsione di risorse umane e finanziarie per realizzarlo, senza programmazione né visione di una sanità pubblica a servizio dei cittadini, che tralascia ogni intervento riguardante il settore socio-sanitario. Un piano carente rispetto ai fabbisogni della popolazione, per esempio non viene trattato in maniera approfondita come si vuole intervenire sulle liste d’attesa e sulla mobilità passiva, che sono tra i problemi più sentiti nella nostra regione. Un piano dove non si analizza il fabbisogno del personale medico né infermieristico quando invece, data la recente esperienza della pandemia, avrebbe dovuto concentrarsi con assoluta urgenza su questo fronte, rafforzando la dotazione organica e stabilizzando il personale precario. Ci troviamo di fronte ad un piano confuso e carente in tutti i suoi aspetti: per migliorarlo non sarebbe bastato presentare emendamenti. Bisognerebbe riscriverlo completamente per restituire dignità alla sanità pubblica della nostra regione».
Di qui il non voto e l’uscita dall’aula in Consiglio regionale dei consiglieri M5S e Dem. «Non vogliamo essere corresponsabili di questo enorme inganno che la destra ha ordito ai danni della comunità marchigiana con il nuovo Piano Socio-Sanitario Regionale».
«Dopo la severa bocciatura del Crel e le pesanti critiche ricevute dai sindacati – conclude la nota – ci saremmo aspettati che dal presidente Acquaroli, dalla sua giunta e da tutti i gruppi di maggioranza ci fosse un ripensamento, o quanto meno un’intelligente autocritica, che li spingesse a sospendere il percorso di approvazione e l’avvio di una più approfondita valutazione delle tante criticità emerse. Invece la destra ha dato ancora una volta prova di arroganza, rifiutando non solo il contributo costruttivo dei partiti di minoranza, ma anche quello della società civile. Una società civile ormai stanca e provata dalla fallimentare gestione della sanità da parte della giunta Acquaroli, che in tre anni ha portato a una drastica diminuzione dei servizi, al taglio delle risorse, all’aumento della mobilità passiva e a un allungamento delle liste d’attesa che obbliga sempre più persone a curarsi nelle strutture private».