Pesaro

Piano socio sanitario, Vitri (Pd): «Ospedali chiusi, personale e liste d’attesa: promesse disattese»

La consigliera Dem critica la Regione: «Dovevano riaprire 13 ospedali dell'entroterra, non è stato fatto nulla»

La consigliera Micaela Vitri

PESARO – Piano socio sanitario, le critiche di Michaela Vitri (Pd) alla Regione Marche.

«Abbiamo aspettato fino ad oggi, tre anni, sperando che la giunta Acquaroli mantenesse le promesse della campagna elettorale: riaprire 13 ospedali chiusi, ridurre liste d’attesa e mobilità passiva. Invece oggi ci ritroviamo con un piano sociosanitario che non solo lascia gli ospedali di Sassocorvaro, Cagli e Fossombrone com’erano, ma cancella pure quello di secondo livello a Pesaro e Fano, scippando tutta la nostra provincia di uno stabilimento di secondo livello come quello di Torrette. È questo uno dei motivi per cui oggi in Consiglio regionale mi sono rifiutata di votare il piano proposto dalla giunta».

Riguardo agli ospedali della provincia pesarese la consigliera Dem sottolinea: «Tre anni fa a Fossombrone il presidente Acquaroli con l’attuale premier Giorgia Meloni davanti all’ospedale prometteva il “ripristino” di tutti i servizi. Lo stabilimento era un ospedale di comunità e rimane tale anche con questo piano. Eppure non si capisce perché non abbia avuto la deroga di Pergola e Cingoli, valutando anche gli accessi al pronto soccorso e le distanze da quello di riferimento Urbino. Non va meglio ad un altro ospedale di comunità come quello di Sassocorvaro. Qui dopo tante promesse la giunta Acquaroli si è persa addirittura l’occasione di renderlo pubblico ristrutturando l’ala inagibile con fondi PNRR. Voglio ricordare che era stato siglato l’accordo con un privato proprio perché questo aveva ristrutturato parte dello stabile in cambio dell’offerta di servizi.

Passando a Cagli, dove invece è previsto un nuovo edificio, in questo piano non c’è nemmeno scritto come si troverà il personale sanitario per lavorarci. Si attingerà dall’ospedale vicino di Urbino “spolpandolo” come sta avvenendo ora a favore di Pergola? O si prenderanno ancora medici a gettone a 140 euro l’ora?

Quanto a Pergola, ricordo che questo ospedale manteneva la funzione per acuti già dal piano del 2012-2014, che insieme ad Amandola era già un ospedale per area disagiata. Ora l’unica novità nel pieno è l’aggiunta dello stabilimento di Cingoli, conune dell’assessore Saltamartini, a dimostrazione che c’è una gestione della sanità come il proprio orticello di casa».

Quanto alle liste d’attesa «Non c’è assolutamente nulla di immediato per la riduzione delle liste dei tempi di attesa per l’accesso a visite specialistiche e alla diagnostica e niente per rendere in tempi più brevi più agevole l’accesso alle prenotazioni. Mi chiedo: perché nella vicina Emilia-Romagna troviamo strumenti di risonanza magnetica ed ecografi che lavorano h 24, mentre noi non abbiamo nemmeno le prenotazioni aperte?».

Altro tema il personale. «Preoccupanti sono soprattutto le politiche di risorse del personale medico sanitario. Nessun impegno per mettere invece un tetto ai compensi dei medici delle cooperative o società private, che in 3 giorni guadagnano il quadruplo di chi è assunto con regolare concorso pubblico. Nessuna opportunità di crescita per i professionisti che rappresentano un’eccellenza.

L’unica novità arrivata dalla giunta del triumvirato Acquaroli-Saltamartini-Baldelli riguarda la delibera del 15 maggio 2023, che ha già stanziato 1.135.000,800 euro come maggiorazione del trattamento economico dei direttori generali e dello staff delle cinque nuove aziende sanitarie territoriali. Oltre 1 milione, che non sarà coperto con risorse aggiuntive, ma con taglio dei servizi, quindi meno soldi per medici e infermieri per metterli in tasca ai nuovi dirigenti nominati dalla giunta.

È evidente che i 3 miliardi che la regione Marche ha per finanziare la sanità non saranno sufficienti per sostenere questo piano socio sanitario».