Pesaro

Il parco no, ma la pista ‘pump track’ procede spedita. Lupus in Fabula: «E la chiamano pure riqualificazione ambientale»

Secondo gli ambientalisti far passare un impianto sportivo con un circuito largo 2 metri, di cui 354 metri in asfalto, come un’opera di riqualificazione e rinaturalizzazione ambientale è veramente troppo

Pump Track a Fano
Pump Track a Fano

FANO – A Fano ci sarebbero progetti ambientali di seria A e di Serie B. A stigmatizzare la situazione è l’associazione La Lupus in Fabula che punta il dito sulla già contestata area da Pump Track che in pochi mesi passerà dal progetto alla realtà, mentre altre progettualità, come quella del parco Urbano dell’aeroporto sembra muoversi a tutt’altra velocità.

Un procrastinare sottolineata anche dalla lista In Comune che ha recentemente presentato un’interrogazione: «Ci sono progetti che hanno “santi in paradiso” e che quindi procedono con una velocità supersonica – sottolineano gli ambientalisti – e altri negletti, che non vedono mai la luce, anche quando avrebbero una utilità sociale ed economica ben maggiore. È questo il caso del progetto del Pump Track, spuntato dal cilindro dell’assessora ai lavori pubblici solo pochi mesi fa e che probabilmente sarà realizzato entro l’estate, mentre i lavori del secondo e terzo lotto del parco urbano dell’aeroporto di Fano sembrano fermi. Un’opera, finanziata con 250 mila euro dell’avanzo di bilancio comunale, che interessa solo una nicchia di appassionati, sarà realizzata prima che il parco urbano, frutto di un impegno decennale del Comitato Bartolagi e di associazioni ambientaliste locali, prenda minimamente forma».

Una disparità di trattamento che ha fatto saltare la mosca al naso all’associazione da sempre molto critica verso le scelte della maggioranza in ambito ecologico: «Queste storture non possono lasciare indifferenti chi nella città di Fano si impegna quotidianamente per migliorare lo stato del verde, dei parchi e delle aree naturali, ma con poco ascolto da parte degli amministratori. Soprattutto quando nella relazione tecnica del progetto del Pump Track, si scrivono fesserie del tipo: “il terreno è ricoperto da una folta vegetazione naturale di tipo infestante (Rovi e Gramigne e alcune piante dotate di fusto)”; il progetto servirà a “trasformare aree problematiche o abbandonate”; “l’intervento si inserisce nel modo più misurato in un contesto meritevole di riqualificazione paesistica e ambientale” e “potrà essere rappresentativo di come si può operare in contesti simili facendo della riqualificazione di siti dismessi e della loro rinaturalizzazione”; “le sistemazioni esterne costituiranno delle vere e proprie misure compensative di riqualificazione e miglioramento del paesaggio e dei luoghi”»

Inaccettabili, dal punto di vista della Lupus, far passare il progetto per una qualche riqualificazione ambientale: «Cioè, far passare un impianto sportivo con un circuito largo 2 metri, di cui 354 metri in asfalto, e 280 metri con stabilizzato rullato e/o asfalto riciclato triturato, come un’opera di riqualificazione e rinaturalizzazione ambientale è veramente troppo!!! Ma non ci stupiamo nemmeno di questo: ormai tutto è green, ecologico e sostenibile, anche se in sostanza quasi nulla è cambiato. L’Enac ha pure riesumato lo spettro della cementificazione della pista dell’aeroporto: magari sarà verniciata di verde e (quasi) tutti saranno felici e contenti!».

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