PESARO – Dibattito sul turismo e scontro tra gli albergatori e l’assessore alla Cultura Daniele Vimini. Dario Andreolli, capogruppo della Lega in consiglio comunale, interviene a gamba tesa.
«Ancora una volta, l’amministrazione comunale dimostra di non saper accettare critiche, preferendo attaccare chi solleva problemi reali piuttosto che assumersi le proprie responsabilità. Il vicesindaco Vimini risponde con linguaggi da bar e parole offensive – arrivando persino a parlare di ‘mancette’ rivolgendosi agli imprenditori – per nascondere le responsabilità di una giunta e alimentare la sua polemica con la Regione Marche, in un atteggiamento da campagna elettorale permanente ormai nemmeno più credibile».
«Sul Palazzetto dello Sport – prosegue Andreolli – Vimini dovrebbe avere almeno la decenza ed il buon gusto di non dire nulla, anzi di fare autocritica invece di cercare capri espiatori. Abbiamo accumulato almeno cinque anni di ritardo, i costi sono triplicati passando da 3,5 milioni a oltre 10,5 milioni di euro, e nonostante questo, l’opera non è ancora conclusa. Il risultato prodotto è carente visto che non è neppure perfettamente funzionale alla principale vocazione musicale, come dimostrano le critiche emerse già durante il ROF. L’attuale palazzetto non ha una vera destinazione per le manifestazioni sportive, visto che non ci sono le basi per ospitare eventi di rilievo, e manca completamente persino di un’idea per la gestione organizzativa dello stesso, anche in ottica di eventi e convegni. Ancora oggi non sappiamo neppure quanto ci costerà il mantenimento annuale del palazzetto, senza che ci sia la minima certezza su quali profitti possa generare».
«Al di là dei numeri e di alcune azioni positive rivendicate dal vicesindaco, i settori economici legati al turismo lamentano una programmazione carente e, soprattutto, l’assenza di un vero posizionamento turistico della città. Pesaro punta molto sull’apparenza e poco sulla sostanza, limitandosi ad acquistare eventi e format costosi da terzi senza costruire una vera identità per la città come lo è stato per Pesaro2024. Spesso, infatti, i visitatori si sono trovati di fronte a musei chiusi e luoghi identitari non accessibili, permettendo che una sfera digitale da oltre 600.000 euro, circondata da un palco di compensato nero ormai scolorito, diventasse il simbolo della città. Da oltre un anno trasmette gli stessi filmati in loop, risultando oggi completamente fuori contesto rispetto alla piazza e alla città. Tra l’altro ancora siamo senza una sua chiara destinazione d’uso per il futuro».
«La verità è che questa amministrazione è troppo concentrata ad autocullarsi nella propria propaganda ed immersa nell’autoconvinzione di essere la migliore, senza rendersi conto che la realtà è ben diversa. Questa amministrazione vive di presunzione e si dimostra incapace di accogliere alcuna critica, anche quando viene posta in modo coerente e costruttivo. Al posto che aspettarsi solo applausi, il vicesindaco provi ad ascoltare e a confrontarsi sul serio con le categorie economiche senza deriderli solo per aver evidenziato problemi reali e concreti di chi vive la sfida quotidiana di fare impresa e creare lavoro».