PESARO – Minacce e aggressioni in carcere, il personale di polizia penitenziario è stanco. Osapp, UilPa, Uspp, Cnpp hanno proclamato lo stato di agitazione alla Casa Circondariale di Pesaro, in concomitanza con l’astensione alla fruizione della mensa ordinaria di servizio e all’interruzione delle relazioni sindacali.
«Le numerose e permanenti problematiche che affliggono il personale operante nell’istituto di pena pesarese, sono state più volte ed attraverso vari canali, denunciate sia alla stessa Direzione locale sia agli uffici superiori competenti – spiegano Nichilo, Chiatti, Pistillo e Sconamiglio – Ormai all’ordine del giorno il personale è costretto ad operare subendo vessazioni, minacce verbali, e nella peggiore delle ipotesi a terminare il turno anzitempo, e ricorrere alle cure dell’ospedale. Problematiche strutturali, di pessima gestione delle risorse umane in organico, unite all’Anarchia che si vive nei reparti detentivi hanno fatto esplodere la protesta. Pertanto fino a quando non otterremo delle risposte e delle soluzioni concrete da parte dei Superiori Uffici dell’Amministrazione Penitenziaria, prolungheremo lo stato di agitazione messo in atto, riservandoci di manifestare il disagio attraverso altre modalità consentite».
Anche il Sappe parla di «giornate di follia e violenza nel carcere di Pesaro, con due appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria feriti in due distinte aggressione».
«Il personale di Polizia Penitenziaria di Pesaro, oltre a subire continue aggressioni, minacce dei detenuti, è chiamato anche ad operare con un carico lavorativo triplicato da circa due mesi – denuncia Nicandro Silvestri, segretario regionale Sappe per le Marche – Questo a seguito della disposizione unilaterale della Direzione di sospendere l’apertura delle celle per tutte le sezioni detentive, lasciando inalterate le disposizioni che regolano la vita detentiva, come le attività formative, sportive, ricreative. E questo contrariamente alle disposizioni ministeriali e contro richieste del Sappe che aveva ed ha più volte evidenziato alla Direzione del carcere di Pesaro la necessità di disciplinare in maniera più omogenea e funzionale le attività trattamentali dei detenuti con l’apertura per svolgere tutte le attività e la previsione di istituire una semi Sezione a regime chiuso per i detenuti con particolari problemi di gestione o che si rendono attori di minacce, violenza nei confronti del personale».
Donato Capece, segretario generale del sindacato, esprime solidarietà e vicinanza ai colleghi di Pesaro, sostiene le rivendicazioni della Segreteria regionale delle Marche e denuncia: «quel che è accaduto, di una violenza inaccettabile, ci ricorda per l’ennesima volta quanto sia pericoloso lavorare in un penitenziario».
Poche settimane fa la protesta dei detenuti che chiedevano gli arresti domiciliari in base alle disposizioni covid. Una situazione che aveva generato apprensione.
Allo stesso tempo gli agenti lamentavano mancanze rispetto ai dispositivi di protezione e denunciavano il sovraffollamento. Un anno iniziato con aggressioni e danneggiamenti.