Pesaro

Pesaro, poliziotte penitenziarie salvano la vita a una detenuta

Una donna perdeva molto sangue dalla gamba. Silvestri del Sappe Marche: «Grazie a questa prova di valore, il fatto non si è trasformato in tragedia»

PESARO – Il tempestivo intervento di alcune poliziotte penitenziarie in servizio nella Sezione detentiva femminile della Casa circondariale di Pesaro ha permesso, lunedì notte, di salvare probabilmente la vita ad una detenuta che, ferita ad una gamba, perdeva copiosamente sangue.

«È stata una situazione drammatica, che se non fosse stato per il rapido intervento delle poliziotte in servizio e della compagna di cella della donna si sarebbe probabilmente trasformata in tragedia – spiega Nicandro Silvestri, segretario regionale per le Marche del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria -. Le grida di una detenuta hanno richiamato l’attenzione delle Agenti, che si sono trovati davanti ad una situazione incredibile: la donna aveva le mani completamente sporche di sangue perché, a suo dire, la compagna di cella era ferita ad una vena della gamba. Entrate nella cella, le poliziotte hanno accertato subito la gravità della situazione e, in attesa dell’arrivo dei sanitari immediatamente chiamati, incuranti che la donna ferita potesse o meno essere affetta da qualche patologia infettiva, hanno tamponato la copiosa fuoriuscita di plasma e la ferita con degli asciugamani, fino all’arrivo della infermiera e del medico di turno che provvedevano alle operazioni di soccorso».

Per Silverstri «Questa è l’ennesima prova del valore professionale e morale delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria, che antepongono alla propria incolumità personale il senso del dovere».

Solidarietà e parole di apprezzamento per la professionalità, il coraggio e lo spirito di servizio dimostrati dalle poliziotte penitenziare di Pesaro arriva anche da Donato Capece, segretario generale del Sappe: «È solamente grazie a loro, alle eroine silenziose con il Basco Azzurro a cui va il ringraziamento del Sappe per quello che fanno ogni giorno, se le carceri reggono alle costanti criticità penitenziarie. Ormai è un bollettino di guerra e le vittime sono sempre le stesse: le donne e gli uomini in divisa della Polizia Penitenziaria. Occorrono interventi immediati e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Ed invece dal Capo del DAP Petralia e dal Ministro Cartabia non si vedono provvedimenti e soluzioni. Ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre.  Per questi auspichiamo che le poliziotte coinvolte siano destinatarie di un encomio ministeriale per la loro abnegazione e professionalità».