Pesaro

La prima caldaia a idrogeno d’Europa è di Tavullia. Installata in una scuola di Carpi

Il Ceo della Hydorghen, l'azienda marchigiana che l'ha progettata e costruita: «Ci piacerebbe che anche nella nostra provincia e nelle Marche si puntasse a una vera svolta green»

PESARO – La prima caldaia a idrogeno d’Europa. L’ha progettata e costruita un’azienda di Tavullia, in provincia di Pesaro e Urbino. Qui ha sede la Hydorghen, azienda associata alla Cna che si è distinta a livello nazionale nel settore della ricerca e realizzazione di impianti di generazione di idrogeno totalmente ecologici.

Sfruttando le proprie tecnologie brevettate di ultima generazione, l’azienda di Tavullia è in grado di produrre idrogeno impiegando consumi energetici e a zero emissioni. E la prima caldaia a idrogeno d’Europa è stata installata in un istituto della scuola pubblica: l’Istituto Superiore Meucci di Carpi, in provincia di Modena. Da venerdì infatti è stato messo in funzione il primo sistema di riscaldamento di un edificio scolastico alimentato ad idrogeno verde, prodotto da pannelli fotovoltaici.

«L’impianto di Carpi è stato un vero apripista nella svolta green – dice Davide Marini, Ceo della Hydorghen – destinata a rivoluzionare le centrali termiche ed ha previsto la realizzazione di un sistema di generazione del calore costituito da una caldaia alimentata a gas idrogeno prodotto sul posto tramite un impianto fotovoltaico installato sulla copertura della palestra del Meucci. Impianto che a sua volta alimenta una serie di elettrolizzatori a celle elettrolitiche. L’intero impianto, a impatto zero, permette di ridurre in un anno le emissioni di Co2 in atmosfera di 717 tonnellate, equivalenti a quanto assorbito da 145 ettari di bosco, cioè la superficie di 25 campi da calcio».

«L’intervento realizzato dalla ditta pesarese – spiega Fausto Baldarelli, responsabile di Cna Impianti di Pesaro e Urbino – rientra nelle linee guida imposte dalla Commissione europea nella strategia per l’idrogeno. Si tratta di un piano, rivolto agli Stati membri, che prevede un rilancio costante della filiera in modo che si possa giungere, entro il 2050, alla produzione strutturale di idrogeno da fonti rinnovabili».

L’impianto a idrogeno

L’esperienza del Meucci di Carpi, potrebbe essere replicata in altre scuole ed edifici pubblici. «Quando siamo partiti quattro anni fa, in molti ci guardavano con scetticismo. Ora siamo passati dalla progettazione alla fase realizzativa e siamo i primi in Europa in questo settore. Noi siamo nelle Marche – dice Marini – ed anche se la nostra prima caldaia è stata realizzata in Emilia Romagna, siamo convinti che possa trovare applicazioni ovunque, soprattutto nella nostra regione che potrebbe cominciare ad investire convintamente in questo settore. Faccio solo un esempio di quanto è accaduto in provincia di Modena con un bando per i servizi energetici della Provincia del valore di ben 25 milioni di euro; un bando che riguarda 90 edifici della scuola secondaria di primo e secondo grado. Un passo verso la riconversione dell’energia negli edifici pubblici».

«Mi piacerebbe – conclude Marini – che anche nella nostra provincia e nelle Marche, si cominciasse ad investire nel settore pubblico cercando di attuare una vera e propria svolta green. Oltretutto ci sono fondi interessanti previsti dal Pnrr che vanno proprio in questa direzione».

«Come CNA Impianti – conclude Fausto Baldarelli – siamo orgogliosi di rappresentare società come la Hydorghen che hanno deciso di puntare sulle rinnovabili e che all’insegna di una svolta green contribuiscono non solo a migliorare l’ambiente ma che possono creare un vero e proprio nuovo polo tecnologico nella produzione di impianti a idrogeno».