PESARO – La comparazione dei video in aula. Il giudice vuole vederci chiaro.
Sul banco degli imputati il ristoratore e leader di Io Apro Umberto Carriera e la compagna Clarissa Rosselli con l’accusa di diffamazione con l’aggravante di fatto commesso contro il pubblico ufficiale e diffusione di un video o audio senza autorizzazione.
I fatti risalgono al 15 gennaio 2021, quando Carriera aveva aperto il suo ristorante “La Grande Bellezza” di Mombaroccio, per protesta contro le limitazioni anticovid. L’episodio al centro del processo è il fatto che Carriera aveva filmato, insieme alla sua compagna, l’ingresso degli agenti di polizia, diffondendo le immagini sui social e scatenando reazioni degli utenti on line. Il ristoratore è stato denunciato dal commissario Paolo Badioli, bersagliato dai commenti e dalle critiche, che si è costituito parte civile, insieme a tre sindacati di polizia.
Nel corso dell’udienza, il leader di Io Apro è interrogato dal giudice. «Il 15 gennaio 2021, ho filmato nel mio ristorante 20 agenti (la maggior parte in borghese con felpa e tuta) che hanno fatto irruzione nel mio locale, con zero clienti al suo interno per sanzionarmi in merito all’apertura – fa sapere Carriera – Ho documentato quanto accaduto senza insultare nessuno, collaborando e chiudendo il mio locale assieme a loro. Il video testimonia tutto questo. Ho documentato per tutelarmi, ho documentato perché sia l’amico Vittorio Sgarbi (ex deputato ed attuale sottosegretario alla cultura) che Matteo Salvini (ex Ministro dell’Interno ed attuale VicePremier), mi hanno chiesto di segnalare eventuali problemi, attacchi e violazioni nei miei confronti (ho conversazioni whatsapp e file audio che lo testimoniano). Volevo che l’Italia vedesse come il governo interveniva nei confronti di chi non voleva fallire a causa di misure restrittive senza senso.
Sono certo che giudice e pubblico ministero abbiano pienamente compreso le mie ragioni ed il grande rispetto che ho avuto e sempre avrò verso le forze dell’ordine che in quel periodo furono costrette a rincorrere le persone fin dentro le loro case».
Il video è al centro dell’attenzione. L’oggetto del contendere è la presentazione dei poliziotti come tali, cosa che non apparirebbe nel video. Mentre appare nei video girati dalla scientifica. Nella prossima udienza del 3 aprile verranno mostrati entrambi i video dei davanti al giudice per una comparazione.