Pesaro

Pronto soccorso Pesaro, Biancani a Saltamartini: «Anche 10 ore di fila nei corridoi, si apra la palazzina Covid»

Il sindaco: «Necessario per dare risposte a pazienti, personale ed evitare che si creino disagi al Pronto soccorso»

PESARO – Affollamento al pronto soccorso, arriva la richiesta ufficiale di aprire la palazzina Covid ora chiusa.

A seguito della mozione approvata in Consiglio comunale l’8 agosto 2024 (Delibera di Consiglio n.77) e che chiedeva l’apertura urgente della palazzina Covid al Pronto soccorso di Pesaro, il sindaco Andrea Biancani ha inviato, per vie ufficiali, una lettera all’assessore alla Sanità della Regione Marche Filippo Saltamartini, sottoponendo alla sua figura le criticità dei servizi sanitari legati alla città e che quotidianamente vengono segnalati al sindaco, alla sua giunta e riportati dalla stampa locale.     

«Ho scritto all’assessore regionale Saltamartini, uomo che reputo molto disponibile e concreto, che da mesi ormai arrivano in Comune continue critiche e segnalazioni sulle lunghe attese al Pronto soccorso di Pesaro – ha precisato il sindaco Biancani nella lettera rivolta all’assessore Saltamartini -. I pazienti sono costretti ad aspettare anche oltre 10 ore lungo i corridoi e sulle barelle in attesa degli accertamenti. Alla base di questi problemi ci sono: la mancanza di personale e la carenza degli spazi adeguati, sarebbe quindi urgente, pur rendendomi conto delle difficoltà nel trovare queste figure professionali, assumere nuovo personale, magari medici specializzati in situazioni di emergenza come quelle che spesso si presentano al Pronto soccorso». 

All’attenzione dell’assessore regionale Saltamartini, è stato posto, in particolare, il tema della palazzina di emergenza Covid, costruita da oltre un anno e mai aperta, dotata di posti letto (una decina), attrezzatura e attualmente chiusa «nonostante al Pronto soccorso (a due passi dalla palazzina), quasi ogni giorno, il personale sia costretto a far attendere i pazienti nelle barelle lungo i corridoi. Trovo insostenibili le posizioni espresse nelle scorse settimane dal direttore dell’AST, Alberto Carelli, che ha apertamente dichiarato come tale struttura possa essere dedicata solo all’emergenza Covid o per ipotetiche future pandemie – continua il sindaco Biancani -. Nel periodo Covid, nel giro di poche settimane, abbiamo realizzato interi stabili dedicati ai pazienti che avevano contratto il virus. Davvero l’AST in caso di pandemia non sarebbe in grado di ridestinare in poco tempo quegli spazi?» si chiede il sindaco. «E se non ci sarà mai una nuova emergenza, la nuova palazzina rimarrà inutilizzata per sempre? Mi sembrano motivazioni prive di ogni logica. La mancanza degli spazi si ripercuote, poi, anche sulla salute dei cittadini che hanno diritto ad essere assistiti nelle migliori condizioni di igiene e confort».          

Anche il tema della salute mentale ha trovato spazio nella lettera indirizzata all’assessore regionale. Il sindaco Biancani, infatti, ha ribadito la propria disponibilità e piena collaborazione alla Regione con l’obiettivo di trovare una soluzione migliore per le famiglie, i pazienti e gli operatori proponendo – come fatto in precedenza anche con AST -,  il trasferimento dei pazienti da Muraglia ad una delle quattro strutture presenti in città (Galantara, Casa Roverella, ex Ostello Fosso Sejore e Villa Baratoff). 

«Casa Roverella è una residenza protetta per anziani con elevato livello di integrazione sociosanitaria, mi chiedo se davvero, come dichiarato da Carelli, non sia compatibile proprio con nessuno dei servizi da trasferire, anche alla luce del fatto che era prevista come struttura di approdo di alcuni servizi nell’Accordo di Programma per il nuovo ospedale steso dall’ASUR – ha aggiunto Biancani -; per quanto riguarda Galantara mi chiedo se sia stato davvero verificato che con una programmazione più attenta dei lavori di cui sarà oggetto, questi non si possano conciliare con la ricollocazione di alcune strutture di Muraglia; per l’ex Ostello di proprietà regionale, in località Fosso Sejore, Carelli sui giornali ha dichiarato che “è prevista un’altra destinazione” senza alcuna specificazione. In Comune, non risulta nessuna proposta o richiesta di autorizzazione per qualche attività in quell’edificio, quindi – precisa il sindaco – anche in questo caso sarebbe necessario provvedere alle dovute verifiche, sarebbe bene capire se lo spostamento dei pazienti legati alla salute mentale non possa considerarsi prioritario rispetto al resto, di cui comunque non sono a conoscenza; Infine, abbiamo appreso dalla stampa che la mancata valutazione di Villa Baratoff sarebbe dipesa dal fatto che i Padri Comboniani non si siano mai fatti avanti direttamente con la Regione proponendo l’immobile di loro proprietà, ma come mai l’AST non ha preso in considerazione la possibilità di rivolgersi a loro direttamente vista l’urgenza della questione?». 

«Mi auguro e spero – conclude Biancani – che dopo queste mie ulteriori specificazioni la parte politica  prenda atto delle criticità sanitarie che cittadini e operatori vivono quotidianamente, ponendosi in modo propositivo, come mia intenzione, ad una soluzione congiunta dei problemi».

© riproduzione riservata