PESARO URBINO – Proposta di legge promossa dal centrodestra marchigiano, è polemica non solo tra gli ambientalisti ma anche nel mondo della politica.
La consigliera M5S Marta Ruggeri attacca: «Quando sente la parola lupo, il centrodestra mette mano al fucile. La proposta di legge sull’abbattimento selettivo è populista e sbagliata. Vorrei tranquillizzare la maggioranza regionale, ricordando tra l’altro che una sorta di selezione è già in atto. Da alcune recenti stime risulta infatti che dal 2019 ad oggi il centro Cras Marche abbia recuperato una cinquantina di lupi, tra esemplari morti o feriti, a causa di incidenti stradali oppure della deprecabile attività di bracconaggio. Abbattere i lupi è un passo indietro di mezzo secolo».
Le motivazioni continuano. «Invece di solleticare come al solito le peggiori paure, per compiacere una quota di consenso elettorale, sarebbe il caso di verificare come funzioni la normativa regionale per attenuare il conflitto allevatori-lupo – prosegue Ruggeri -. Durante la scorsa legislatura la Regione aveva varato una misura, finanziandola con 3 milioni di euro, per proteggere gli animali degli allevamenti dagli attacchi del predatore. I consiglieri di maggioranza hanno per caso verificato i risultati ottenuti finora?».
Poi l’affondo: «Ulteriore curiosità: la sparata sugli abbattimenti selettivi è per caso un dispettuccio dei suoi proponenti, Mirko Bilò e Giacomo Rossi, all’attuale presidente della commissione parlamentare per l’agricoltura, Mirco Carloni? Quando era vice presidente della Regione, Carloni liberò infatti il lupo catturato in modo incruento a Sassonia di Fano, dopo avere specificato che il rilascio sarebbe avvenuto in un’area per il recupero della fauna selvatica. Il lupo è un animale protetto – conclude Ruggeri – e sta all’apice della catena alimentare, agendo come selettore dei grandi erbivori e dei cinghiali in particolare, che provocano danni sia all’agricoltura, enormi, sia agli automobilisti. Il ruolo naturale del lupo è dunque fondamentale, a suo modo è un presidio della preziosa biodiversità. La Regione scelga se salvaguardarla a partire da criteri attuali, preservando risorse che la recente conferenza Onu ha definito essenziali per l’umanità, oppure se tornare indietro di mezzo secolo».