PESARO – Psicologo di base, sì dal consiglio regionale: ma la strada è ancora lunga.
Il partito democratico spiega cosa succede a livello normativo per istituire una figura importante in un momento post pandemico dove sono aumentati stress e depressione. «La risoluzione approvata all’unanimità dal consiglio regionale che impegna la giunta ad avviare una sperimentazione per l’introduzione dello psicologo delle cure primarie tra i servizi erogati dalle strutture sanitarie pubbliche e private, nonché nelle equipe di medicina territoriale, rappresenta un passo avanti importante per dotare il nostro sistema sanitario di strumenti volti a garantire il benessere psicologico dei cittadini. Siamo particolarmente soddisfatti che la maggioranza abbia accolto le istanze contenute nella nostra mozione, costruita anche con il prezioso contributo dei Giovani Democratici delle Marche, in particolare per quanto concerne la necessità di garantire il finanziamento per le prestazioni erogate a tutela della salute mentale e del disagio psichico dei giovani e delle fasce più fragili della popolazione».
Servono altri tasselli: «L’auspicio – continuano i dem – è che l’approvazione di questa risoluzione possa ora favorire l’iter della proposta di legge presentata dal nostro gruppo lo scorso gennaio, e ancora giacente in commissione in attesa di essere discussa. Una proposta che intende dare a tutto il territorio regionale risposte puntuali a bisogni ben precisi. Per esempio, crediamo che la figura dello psicologo di base potrebbe svolgere un ruolo molto positivo nella riduzione del rischio di disagio psichico, nell’intercettazione e nella prevenzione dei disturbi psicologici, nonché nell’integrazione dell’azione svolta dai medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta. Tali interventi, infatti, rappresentano la soluzione più appropriata ai crescenti problemi psicologici e potrebbero consentire anche effettivi risparmi per il Servizio Sanitario Nazionale, in quanto la sola medicalizzazione produce un indiscutibile incremento dei costi sanitari e sociali».