Pesaro

Silvia Romano racconta il rapimento: «Sono serena. Durante il sequestro sono stata trattata sempre bene»

La giovane si trovava in Kenya come volontaria della Onlus Africa Milele di Fano. Il sindaco Seri: «È finita». Ecco le parole della 25enne riguardo la prigionia

Silvia Romano
Silvia Romano

FANO – Silvia Romano, la 25enne volontaria della Onlus Africa Milele, associazione con sede a Fano, tra poche ore riabbraccerà i suoi affetti al Casoretto, il quartiere a nord di Milano in cui è cresciuta.

Il suo arrivo è previsto per il pomeriggio dell’11 maggio. La ragazza 48 ore fa è atterrata all’aeroporto di Ciampino con un volo militare. La volontaria è rimasta per 18 mesi nelle mani dei sequestratori in Africa. Catturata in Kenya è stata poi trasferita in Somalia e adesso dovrà raccontare la lunga e drammatica prigionia e rivelare se davvero ha deciso di convertirsi all’Islam.

https://www.facebook.com/LuigiDiMaio/videos/280394479659672/

«Sono serena e durante il sequestro sono stata trattata sempre bene». Inizia così il racconto del rapimento di Silvia Romano agli inquirenti che l’hanno ascoltata subito dopo il suo arrivo in Italia, come riportato dall’Ansa. «Mi hanno assicurato che non sarei stata uccisa, e così è stato. In questi mesi sono stata trasferita frequentemente e sempre in luoghi abitati e alla presenza degli stessi carcerieri».

In merito alla sua conversione all’Islam, Silvia ha raccontato che «È successo a metà prigionia, quando ho chiesto di poter leggere il Corano e sono stata accontentata». Sulla sua scelta di abbracciare l’Islam, spiega che si tratta di «Una decisione spontanea e non forzata. In questi mesi, grazie ai miei carcerieri, ho imparato anche un pò di arabo. Loro mi hanno spiegato le loro ragioni e la loro cultura. Il mio processo di riconversione è stato lento in questi mesi. Non c’è stato alcun matrimonio né relazione, solo rispetto. Mi sono spostata con più di un carceriere in almeno quattro covi, che erano all’interno di appartamenti nei villaggi – ha ricordato la Romano -. Loro erano armati ed a volto coperto, ma sono sempre stata trattata bene ed ero libera di muovermi all’interno dei covi, che erano comunque sorvegliati».

L’aereo che l’ha riportata in Italia è atterrato a Ciampino dove ad accoglierla, oltre ai familiari, erano anche il premier Giuseppe Conte e il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio. La giovane, sorridente, ha salutato il premier Conte e il Ministro Di Maio e ha poi abbracciato a lungo i genitori e la sorella. «Sto bene per fortuna, fisicamente e mentalmente, sono felicissima, ora voglio stare solo con la mia famiglia. Sono stata forte». È quanto ha ribadito Silvia Romano abbracciando, tra le lacrime, i genitori e la sorella al suo arrivo a Ciampino. La giovane cooperante è apparsa in buona salute ed emozionata. «Grazie alle istituzioni», ha detto pochi istanti dopo aver posato di nuovo i piedi sul suolo italiano.

Silvia Romano riabbraccia i familiari
Silvia Romano riabbraccia i familiari

Appena diffusa la notizia, tantissime sono state le esternazioni di soddisfazione anche da parte degli amministratori di Fano: «Dopo un anno e mezzo di sofferenze e di apprensione, la terribile avventura di Silvia è ora terminata – ha commentato il primo cittadino Massimo Seri -. Finalmente il bene trionfa sul male. Grazie a tutte le donne e gli uomini dello Stato e delle Forze dell’Ordine che hanno reso possibile la sua liberazione. Nessuno è lasciato solo. Auguro a Silvia di poter riabbracciare presto la sua famiglia».

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Tra le prime ad aver condiviso il tweet ufficiale di Giuseppe Conte che annunciava la liberazione della giovane anche l’assessore Cucchiarini: «una notizia incredibile in tutto questo marasma: SILVIA È LIBERA!». Ad unirsi al coro anche la Onlus fanese: «Bentornata Silvia, tutti noi ti abbiamo aspettata, sempre».

Silvia Romano riabbraccia i familiari
Silvia Romano riabbraccia i familiari

Come in ogni circostanza, non mancano anche i detrattori che in queste ore puntano il dito verso la giovane per la sua conversione religiosa o per i presunti soldi stanziati dall’Italia per il rilascio della 25enne. Proprio a causa di questa sovraesposizione mediatica il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha fatto un appello pubblico: «Silvia è una giovane ragazza che ha vissuto 18 mesi da prigioniera. Prima in Kenya. Poi in Somalia. Grazie all’impegno di donne e uomini dello Stato oggi è nuovamente in Italia, tra le braccia della sua famiglia. E questa è l’unica cosa che conta. Quell’abbraccio intenso, infinito, vero, emozionante di Silvia con il padre, la madre e la sorella ha commosso tutti. Silvia è viva, sta bene. Adesso, per favore, un po’ di rispetto».