Pesaro

Reparto materno infantile, Pd Pesaro: «Potrebbe non riaprire il 5 dicembre, promesse disattese e regali al privato»

A pochi giorni dall'annunciata riapertura del dipartimento materno infantile di Pesaro, a tenere banco sono le polemiche tra centrodestra e centrosinistra

PESARO – Reparto materno infantile, la riapertura è prevista per il 5 dicembre ma a tenere banco sono le polemiche tra centrodestra e centrosinistra.

Il Pd pesarese con Anna Maria Mattioli, Giampiero Bellucci e Luca Pagnoni Di Dario rispedisce al mittente l’accusa dei consiglieri di centrodestra pesaresi che li ha definiti “criticoni che prendono la parola solo per criticare l’operato della giunta regionale”.

Nel marzo 2020, in piena pandemia, per la sicurezza delle partorienti portò il trasferimento dei reparti materno infantili dal nosocomio pesarese al Santa Croce di Fano.

Il 3 Giugno 2020 la maggioranza a guida PD in Consiglio comunale presentò una Mozione urgente per chiedere il Ripristino del Reparti di Pediatria e Ginecologia all’Ospedale di Pesaro dopo l’emergenza COVID-19, votata all’unanimità da tutta l’assise, non senza ricevere accuse dalla destra di campanilismo e affermazione che il reparto fanese stava funzionando comunque egregiamente.

Di qui una serie di interrogazioni del consigliere Biancani ma anche il sit in delle mamme in protesta, costrette ad andare a Fano o fuori regione.

«In contatto costante col comitato delle circa 600 mamme e gestanti abbiamo portato in aula il loro grido di aiuto, che giornalmente ci sollecitavano per farci portavoce e denunciando la situazione insostenibile dal punto di vista della sicurezza; l’assurdità per un territorio di 150mila abitanti è di essere tuttora sprovvisti di un pronto intervento. Grandi disagi per le famiglie che continuano a non comprendere questa scelta che mette in serio pericolo le mamme ed i loro bambini. Ci sono stati raccontati casi di bambini che per cadute accidentali si sono dovuti recare a Fano con i propri mezzi, per gli accertamenti diagnostici riportati a Pesaro in autoambulanza, per la diagnosi riportati a Fano ed infine per interventi chirurgici ritrasferiti a Pesaro. Da donne e mamme abbiamo ben compreso lo stato d’ansia ed apprensione della maternità e del post parto per la cura dei propri figli».

Poi l’assessore Saltamartini in occasione della riapertura del reparto di chirurgia, annunciava finalmente che sarebbe stato riaperto il 5 dicembre 2022.

«In questi giorni paradossalmente i consiglieri regionali del gruppo Lega hanno dichiarato pubblicamente che non si evidenzia nessuna fretta per la riapertura e che “tranquillamente” la data potrebbe essere rinviata, scatenando dissapori anche all’interno della stessa maggioranza regionale.

Abbiamo assistito a una lunga serie di promesse disattese: la promessa di restituzione dei reparti ospedalieri pubblici ai piccoli presidi delle aree interne, la promessa di incrementare il numero di medici e infermieri nei servizi più sensibili e per abbattere le liste d’attesa. L promessa di avere minore presenza del privato in sanità, la promessa di riaprire i punti nascita chiusi negli ultimi anni. Niente di tutto questo è stato realizzato. L’unica promessa mantenuta è stata togliere, ai cittadini del nord delle Marche, l’Azienda Ospedaliera.

Sotto il profilo tecnico avere due punti nascita tra Pesaro e Fano non crediamo abbia tanto senso, come non lo ha l’intera riforma che moltiplica gli ospedali e i doppioni, a scapito dell’alta complessità. Infatti l’apertura, prevista per il 5 dicembre, senza nuove assunzioni di personale pubblico, può portare ad una situazione di difficoltà visto che il personale attualmente in organico, se suddiviso in un doppio presidio, non è sufficiente a garantire una presenza h24.

Non sarà che la Regione voglia fare l’ennesimo regalo ai privati, incrementando la presenza dentro gli ospedali pubblici, dentro i punti nascita e le pediatrie, delle famigerate e costosissime cooperative di medici, con risorse pubbliche sprecate, e sottrarre a servizi essenziali come la salute?

La presenza di un privato dentro un ospedale può essere accettabile solo come misura straordinaria, finalizzata a garantire un servizio essenziale per un tempo limitato: sicuramente non come misura strutturale, per coprire i buchi, e le falle di un modello sanitario antiquato come quello della controriforma targata centrodestra marchigiano. Il punto nascita a Pesaro va riaperto quanto prima come argine anche alla ormai crescente mobilità passiva verso Rimini».