Pesaro

Restaurato il coro della chiesa di Sant’Agostino dove si vede la Pesaro quattrocentesca

Nelle sue finestre gli intagli della Pesaro quattrocentesca. L'intervento a cura di Lions Club Pesaro Host e Arcidiocesi

La presentazione del restauro e della guida

PESARO – Il coro della chiesta di Sant’Agostino restaurato. Due ordini, emblemi, animali fantastici e i riferimenti alla famiglia Sforza.

Il prossimo 15 giugno alle ore 21.00 l’Arcidiocesi di Pesaro e il Lions Club Pesaro Host presentano nella chiesa di Sant’Agostino (corso XI Settembre) il restauro conservativo del coro intarsiato di epoca sforzesca (sec. XV-XVI) e la guida storico-artistica illustrata della stessa chiesa.

Il restauro e la pubblicazione della guida, sono stati sponsorizzati dal Lions Club Pesaro Host con l’impegno diretto della presidentessa Paola Righetti che l’Arcidiocesi ringrazia per il prezioso contributo che ha reso possibile una significativa azione di conservazione e valorizzazione del patrimonio storico artistico della città.

Le operazioni di pulitura sono state condotte con professionalità ed estrema cura dalla ditta Bischi Restauri di Paolo Bischi, sotto l’alta vigilanza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche nella persona di Tommaso Castaldi.

Interverranno alla presentazione Mons. Sandro Salvucci Arcivescovo Metropolita di Pesaro, don Stefano Brizi, Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Pesaro e parroco di Sant’Agostino, Paola Righetti presidente del Lions Club Pesaro Host, Filippo Alessandroni direttore dell’Ufficio Beni Culturali e Arte Sacra dell’Arcidiocesi di Pesaro, Giovanna Patrignani curatrice della guida storico-artistica illustrata della chiesa di Sant’Agostino e Alessandro Marchi storico dell’arte e autore di alcune schede della guida tra cui quella del Coro.

Una foto pre-restauro

La pregevole opera, situata dietro l’altare maggiore, si compone di due ordini di venti più trenta stalli lignei intervallati da intagli ed intarsiati nelle specchiature e nelle cornici. È il risultato di varie vicissitudini e spostamenti, di cui l’ultimo dovuto alla ristrutturazione settecentesca della chiesa. La frequente presenza di emblemi sforzeschi (anelli diamantati, sfingi alate, ali di pipistrello, rami di melo cotogno) e le due sculture in forma di animali fantastici raffiguranti Costanzo Sforza e Camilla d’Aragona, signori di Pesaro, sposi dal 1475, documentano la committenza sforzesca, ulteriormente ribadita dalle raffigurazioni presenti negli specchi centrali, ritenuti i più antichi, concepiti come finestre aperte su ben 23 vedute architettoniche di singoli edifici, scenari urbani e vedute panoramiche di Pesaro quattrocentesca racchiusa nelle sue mura, su cui si stagliano i profili di torri, campanili ed edifici monumentali, fra cui la Rocca di Gradara, Rocca Costanza, il Palazzo Ducale, Porta Fanestra e la chiesa di San Giovanni Battista. La qualità di tali vedute, è magistralmente realizzate secondo i canoni della tarsia prospettica rinascimentale. La critica recente ha sottolineato il fatto che la cultura delle maestranze attive nel coro di Sant’Agostino è di marca prettamente senese, la stessa che un gruppo di artisti capeggiati da Francesco di Giorgio Martini aveva importato nel cantiere di Urbino.

Nella stessa serata verrà presentata la pubblicazione intitolata La chiesa di Sant’Agostino a Pesaro. Guida storico-artistica illustrata a cura di Giovanna Patrignani, valente storica che ha già pubblicato numerosi articoli, saggi e monografie su vari aspetti della storia e dell’arte di Pesaro.

La chiesa monumentale di Sant’Agostino, risalente al 1258 e radicalmente ristrutturata nella seconda metà del Settecento, ne era finora sprovvista, pur essendo una delle più antiche e belle della città, conservando ancora varie e preziose opere d’arte. Tale guida, agile e divulgativa, è pubblicata dalla Metauro Edizioni Pesaro di Corrado Donati colmando un vuoto storico-artistico su uno degli edifici storici religiosi più importanti della nostra città. Gli autori delle schede che la compongono sono infatti noti storici dell’arte e studiosi tra cui Rodolfo Battistini, Grazia Calegari, Marco Droghini, Alessandro Marchi, Benedetta Montevecchi, Giovanna Patrignani, Filippo Alessandroni.

I testi sono accompagnati da una ricostruzione grafica in pianta dell’edificio realizzata dall’arch. Alessandro Paccapelo e costituiscono una ricognizione critica a tutto campo delle secolari vicende storico-artistiche e delle importanti opere d’arte in essa conservate, fra cui il maestoso portale gotico di committenza malatestiana e lo stupendo coro intarsiato.