PESARO – Il consiglio provinciale ha approvato il Piano di programmazione della rete scolastica 2024-2025 (a favore la maggioranza tranne la consigliera Fernanda Sacchi, contraria; voto contrario della minoranza). La legge di bilancio dello scorso anno, resa operativa da successivo decreto interministeriale, ha inquadrato per le Marche il taglio di 19 autonomie. Di cui quattro per Pesaro e Urbino, in base all’applicazione dell’algoritmo nazionale su base provinciale. La Regione ha diramato le linee di indirizzo lo scorso 23 ottobre.
Come spiegato dal presidente Giuseppe Paolini, «pur nella difficoltà di procedere necessariamente a un ridimensionamento, con responsabilità abbiamo preferito gestire l’operazione insieme al territorio attraverso il confronto con sindaci e scuole. Piuttosto che dovere subire decisioni sulla base dei numeri e non sulla conoscenza delle necessità delle comunità locali». La norma infatti prevede l’esercizio del potere sostitutivo della Regione, o il subentro del commissario ad acta per la riorganizzazione scolastica regionale, qualora non si raggiunga il taglio delle 19 autonomie nelle Marche come stabilito dal decreto. «E’ stato un percorso articolato, non agevolato dalle tempistiche della Regione – ha precisato la responsabile dell’Ufficio programmazione della rete scolastica Patrizia Paoloni –. La commissione tecnica dell’Upi Marche ha sollecitato la ricezione delle indicazioni operative fin dallo scorso luglio. Ma le linee di indirizzo sono arrivate solo a fine ottobre, in una situazione in cui le Province avrebbero dovuto concludere i loro Piani di programmazione entro novembre con tutta la complessità della concertazione».
IL PIANO – Queste le scelte maturate dopo il confronto. La Provincia ritiene «prioritario tutelare i Comuni montani periferici individuati nella mappatura Snai (strategia nazionale aree interne) per garantire la funzione comunitaria della scuola di prossimità, evitare lo spopolamento delle aree montane e preservare l’identità delle comunità locali». Per questo «si prevede il mantenimento degli istituti comprensivi di Mercatino Conca, Macerata Feltria e Apecchio», con l’istituzione dell’istituto omnicomprensivo ‘Alte Marche Michelini Tocci-Celli’ nel Comune di Cagli, concertata con i Comuni dell’Unione Montana Catria e Nerone. «Viene così salvaguardato il Celli, istituto superiore con la popolazione scolastica numericamente inferiore (341 studenti). La sua unione con il Tocci (672 alunni) consente la formazione di un’istituzione scolastica di circa mille studenti, in grado di garantire stabilità e continuità nel medio-lungo termine».
Valutata «opportuna» anche l’aggregazione del Cpia (Centro provinciale per l’istruzione degli adulti) con il Cecchi di Pesaro, «dotato di laboratori e servizi di accoglienza. Si auspica la fattibilità tecnica da parte del ministero dell’Istruzione e del Merito». Inserita anche la proposta del Comune di Urbino sulla fusione tra gli istituti comprensivi Pascoli e Volponi, costituita dai 17 plessi delle due scuole ricadenti tra i Comuni di Urbino e Petriano per un totale di 1275 alunni. Non ammissibile, invece, il mantenimento dei due circoli didattici Sant’Orso e San Lazzaro a Fano, «caso unico nelle Marche e in contrasto con la normativa regionale.. Le linee di indirizzo per il dimensionamento dell’anno scolastico 2024-2025 approvate dalla Regione hanno fissato nei criteri prioritari il superamento definitivo delle direzioni didattiche». Lo scorso settembre, peraltro, la Provincia ha incontrato il Comune (assessore ai Servizi Educativi e responsabile Ufficio Istruzione, ndr) «che al termine del vertice si era espresso per l’istituzione di un quarto Istituto comprensivo a Fano derivante dalla riorganizzazione delle due direzioni didattiche», si evidenzia negli allegati del Piano. Che sarà ora trasmesso alla Regione e all’Ufficio scolastico regionale per l’approvazione definitiva.
«A malincuore non posso che votare contro per il mancato accorpamento tra l’Alberghiero di Piobbico e il Della Rovere di Urbania», ha detto la consigliera Fernanda Sacchi. «Ma il documento – ha commentato la consigliera provinciale con delega alla Scuola Chiara Panicali – è il risultato di un enorme lavoro di ascolto e mediazione fatto dalla Provincia. Nonostante tutte le problematiche collegate al raggiungimento della quota fissata dalla riorganizzazione, il territorio ha dimostrato di volere fare squadra per tutelare al massimo la comunità».
BILANCIO – Adottati gli schemi di bilancio di previsione 2024-2026, corredati dalla nota di aggiornamento definitivo del Documento unico di programmazione (voto a favore della maggioranza, astensione dell’opposizione; ndr). Come riferito dal direttore generale Marco Domenicucci, affiancato dalla responsabile dell’Ufficio Bilancio Patrizia Omiccioli, il documento prevede investimenti per circa 61 milioni in tre anni (30 milioni e 465mila euro nel 2024). Di cui 38 milioni e mezzo per le scuole superiori (23 milioni e 567mila euro nel 2024, per la maggior parte finanziati da trasferimenti Pnrr) e 22 milioni per le strade (sei milioni e 782mila euro nel 2024, in via principale con trasferimenti dal Mit). Incrementata la cifra per la manutenzione ordinaria delle strade (due milioni e 100mila euro nel 2024) rispetto alla stima iniziale inserita nel bilancio di previsione 2023 (un milione e 480mila euro, ndr). Via libera, infine, alla variazione del Dup 2023-2025 (a favore la maggioranza, si astiene l’opposizione).
Ha sottolineato Domenicucci: «Nell’elenco, tra l’altro, il finanziamento regionale per la viabilità provinciale (100mila euro per la strada provinciale 51 Cesane e 500mila euro per la strada provinciale 2 Conca). Inseriti anche i fondi per i lavori di risanamento conservativo degli impianti termici, idrico-sanitari ed elettrici al Campus e al Cecchi (75mila euro), oltre agli interventi di adeguamento e manutenzione per una maggiore funzionalità degli spazi di Marconi, Bramante-Genga e della sede dell’Agrario in strada statale Adriatica (176mila euro)». Un locale, quest’ultimo, oggetto di affitto temporaneo nell’area degli uffici del Provveditorato, che la Provincia acquisirà investendo 110mila euro e ricavando tre aule per l’Istituto. «La struttura permetterà l’integrazione con altri locali già presenti di proprietà della Provincia, ottenendo una piccola succursale per il Cecchi. Che potrebbe, in futuro, risultare utile anche per altre situazioni». La delibera collegata all’acquisto è stata approvata con il voto a favore della maggioranza e l’astensione del gruppo ‘Provincia in Comune’.