Pesaro

Rifiuti, Zero Waste Pesaro: «Ecoisole non garantiscono risultati, serve la tariffa puntuale»

Il movimento non è d'accordo con il centrodestra. «Alti livelli di impurità e costi più alti. Ecco una riflessione»

Le isole ecologiche

PESARO – Isole ecologiche al posto del porta porta, non sono tutti d’accordo a prescindere.

Daniele Antonozzi di Marche a Rifiuti Zero sottolinea: «I consiglieri comunali del centro destra si congratulano con la maggioranza per aver finalmente installato le ecoisole automatizzate in tutto il centro storico sottolineando, da un lato, la maggior efficienza di questo sistema di raccolta rispetto allo sperimentato “porta a porta” e, dall’altro, il miglior decoro urbano, poiché i rifiuti lasciati sulle strade “sono uno spettacolo brutto e indecoroso”.

La nostra associazione, e il movimento Zero Waste Italy guidato da Rossano Ercolini, vincitore del Goldman Environmental Prize del 2013, raccomandano sempre di valutare con attenzione le criticità legate all’adozione della raccolta tramite i cassonetti “smart”. In primo luogo, si registra un livello di impurità più alto rispetto alla raccolta porta a porta, il che riduce la possibilità di riciclaggio e, di conseguenza, incrementa le quantità di materiale conferito in discarica».

Il gruppo va avanti: «In secondo luogo, i costi di acquisto dei cassonetti “intelligenti” sono elevati, e si aggiungono i costi di manutenzione complessa che richiedono. Infine, c’è un impatto sull’occupazione, poiché l’adozione dei cassonetti “intelligenti” potrebbe ridurre la necessità di personale per il porta a porta, ma non offre risposte di qualità adeguata e potrebbe comportare la perdita di presidi e delle relazioni con la comunità».

Secondo Ercolini, «se l’obiettivo è ridurre i rifiuti urbani residui e adottare un modello circolare, i cassonetti “intelligenti”, soprattutto come sostituzione del porta a porta, potrebbero non essere la soluzione più indicata. Allontanare i rifiuti dalla vista e limitarne la gestione ad una mera questione di nettezza urbana, ci allontana all’obiettivo ultimo che non è “non vedere” i rifiuti, ma raccoglierli nel modo più efficiente possibile, ossia poterli inviare a recupero senza utilizzare la discarica, e tantomeno l’incenerimento. È provato che la miglior tipologia di raccolta differenziata è quella porta a porta, più il rifiuto è visibile, più il cittadino viene sensibilizzato al problema e diventa consapevole e collaborativo».

Altro tema è quello della bolletta, che si rifletterebbe sulla capacità di separare degli utenti. «Il principale strumento per migliorare la qualità della raccolta differenziata è l’applicazione della tariffa puntuale, soluzione auspicata anche dai consiglieri di centro destra.  La tariffa puntuale permette di premiare i cittadini che producono minori quantitativi di indifferenziato, pagando parte della tariffa in base ai rifiuti consegnati. Questa strategia è efficace non solo dal punto di vista ambientale, che è il primo fine delle società incaricate di gestione dei rifiuti, ma anche da quello economico. Infatti l’applicazione della tariffa puntuale porta ad una riduzione dei costi perché riduce la quantità di rifiuti indifferenziati; difatti è questa frazione che determina una maggiore spesa per il trattamento e lo smaltimento.

Di contro, gli eventuali maggiori costi di raccolta del sistema “porta a porta”, ed il necessario percorso di formazione capillare di operatori e cittadini, saranno compensati da maggiori economie di questo tipo di gestione. I rifiuti non ci sono estranei, non sono “brutti” né da nascondere, né possono diventare fonte di reddito se non ben differenziati e riciclati correttamente, sono una conseguenza dell’uso delle risorse e dei processi produttivi per generare beni, più ce ne rendiamo conto, più li teniamo vicini, meno ne produrremo».