PESARO – Luci che si sono spente e rischiano di non riaccendersi. Una politica sul turismo che rischia di essere strozzata proprio nel momento in cui la Lonely Planet aveva parlato delle Marche come una tra le regioni più belle al mondo.
Il direttore Confcommercio Amerigo Varotti fa il punto della situazione: «La politica ed i governanti nazionali e regionali ancora si ostinano a mettere sullo stesso piano – di difficoltà e crisi – tutte le attività economiche. Anzi, nelle scelte di natura economica e sulle ipotesi di ripartenza alcuni settori risultano, come al solito, inspiegabilmente privilegiati.
E non sono quelli maggiormente colpiti, oggi, e che avranno maggiori difficoltà a ripartire. Ammesso che saranno messi nelle condizioni per ripartire visto che molti di questi sono chiusi da fine febbraio. C’è chi si lamenta perché ha dovuto sospendere la produzione da 5 o 6 giorni.
Ed il turismo – con tutte le attività ad esso collegate come la ristorazione , i pubblici esercizi, il commercio e l’incoming – che è il settore più colpito, più in difficoltà, oggi e domani, è anche quello più trascurato.
Era necessario a livello nazionale aprire una vertenza turismo ma lo stesso Ministero ha dormito fino a pochi giorni fa. E pensare che è dal turismo , dal commercio e dalla ristorazione – unitamente alla cultura ed alla bellezza – che potrà ripartire l’Italia. Ed invece non c’è stato uno – dicasi uno – intervento specifico per questo settore».
Varotti critica la decisione della Camera di Commercio delle Marche e della Regione di escludere solo i tour operator che fanno incoming turistico dai pochi contributi previsti per chi ha realizzato manifestazioni fieristiche nel primo trimestre prima dello scoppio dell’epidemia.
«Qui hanno fatto solo chiacchiere e messo in moto un meccanismo bancario per spingere le piccole imprese a indebitarsi senza una vera iniezione di liquidità. Che vuol dire solo: contributi a fondo perduto. La Germania – che pure è la grande potenza industriale – ha stanziato 50 miliardi a fondo perduto solo per i lavoratori autonomi. E noi che siamo il Paese dei lavoratori autonomi e delle Partite Iva, niente».
La speranza si chiama decreto aprile. «Per il turismo, motore della ripartenza con il commercio e pubblici esercizi, zero. Se non si andrà, con il “decreto di aprile” in questa direzione, saranno ancora chiacchiere inutili, vantaggi per i soliti e ipotesi di fallimento per la spina dorsale dell’economia del Paese, che è il terziario ed il turismo».
Critiche anche alla Regione. Varotti è duro: «Contributi Regione Marche? Ma di che parliamo? Grande enfasi è stata data ieri sui giornali e sui social alla notizia che la Regione Marche nel consiglio fiume di giovedì scorso avrebbe messo a disposizione milioni di euro per le imprese. Parlano di misure a sostegno della liquidità aziendale! Ma a parte i contributi a fondo perduto per le aziende agricole per gli altri settori – soprattutto quelli più colpiti – non c’è proprio nulla. Nessuna iniezione di liquidità agli operatori del turismo e della ristorazione o del commercio che sono maggiormente danneggiate dalla crisi e dalla chiusura delle loro attività. Niente contributi ai tour operator che fanno incoming e che hanno perduto tutti gli investimenti di un anno di lavoro; niente alle guide turistiche.
Han preferito dare inutilmente 4 milioni di euro ai Confidi per finanziamenti che le imprese non chiederanno dopo l’approvazione del decreto liquidità governativo molto più vantaggioso e opportuno e semplice».