Pesaro

Via libera ai contratti di fiume nelle Marche. Biancani: «Migliore gestione delle risorse e tutela dell’ambiente»

La regione tra le prime ad aver aggiornato la normativa in materia di gestione dei corsi d'acqua. Il consigliere regionale: «Già 11 gli accordi in fase avanzata dal Foglia all'Esino»

Il fiume Foglia, foto d'archivio

PESARO – Manutenzione e gestione delle risorse idriche, abbattimento del rischio idrogeologico, ecco i contratti di fiume. E le Marche sono una regione all’avanguardia.

I contratti di fiume entrano a pieno titolo all’interno della programmazione e della gestione regionale dei corsi d’acqua. Questa la principale novità contenuta nella legge di modifica della normativa regionale del 2012 approvata dal Consiglio regionale e che fanno diventare le Marche una delle prime regioni d’Italia ad aver aggiornato la propria normativa in materia di gestione dei corsi d’acqua, riconoscendo ai contratti di fiume questo ruolo centrale. Con la legge, ad iniziativa del consigliere Enzo Giancarli e sottoscritta dal Presidente della Commissione Andrea Biancani, i contratti di fiume diventano così uno strumento di partecipazione utile alla programmazione, gestione, manutenzione e promozione degli ambienti fluviali marchigiani.

«I contratti di fiume, introdotti per la prima volta nel 2006, all’atto di approvazione del Codice nazionale dell’Ambiente – rileva il consigliere regionale Biancani – assumono oggi, grazie a questa legge regionale, un valore nuovo, forte e maggiormente incisivo. Diventano, anzitutto, il luogo privilegiato delle analisi conoscitive, del confronto, della partecipazione e della concertazione – aggiunge Biancani – al fine di giungere a delineare una strategia d’insieme per la mitigazione del rischio idrogeologico, una migliore gestione delle risorse idriche, la tutela dell’ambiente fluviale, l’ecosistema, la biodiversità, la promozione dell’intero contesto locale. Ed ancora, una sempre migliore qualità delle acque, la valorizzazione storico culturale del contesto locale e la mobilità sostenibile lungo le aste fluviali».

I contratti di fiume nascono spontaneamente dal basso, ma il loro riconoscimento avviene sulla base di un iter standardizzato. Ne fanno essenzialmente parte le amministrazioni comunali, gli agricoltori, le associazioni ambientaliste, le realtà economiche, artigianali e professionali operanti attorno al contesto fluviale. «Altra importante novità di questa legge – sottolinea Biancani – è la possibilità di sottoscrivere convenzioni tra enti pubblici, anche nelle forme associate, e soggetti privati per effettuare interventi di manutenzione dei corsi d’acqua e di gestione della vegetazione ripariale, al fine di garantire la tutela e la cura dell’ambiente fluviale».

Attualmente nelle Marche sono stati avviati 11 contratti di fiume (quattro quelli in fase avanzata, Foglia, Esino, Misa Nevola e Musone) che rappresentano quasi il 40% del territorio regionale. «La Regione Marche – conclude Biancani – ha costituito già nel 2016 un Tavolo tecnico di coordinamento dei contratti di fiume assumendo un ruolo di regia al fine di garantire omogeneità dei processi e delle scelte di programmazione».