PESARO – Attentato di matrice terroristica a Vienna, una pesarese residente nella capitale austriaca racconta come ha reagito la città al risveglio.
Quattro le vittime degli attentatori. Un assalitore è stato ucciso dalla polizia, un ventenne nato a Vienna già condannato perché aveva tentato di andare in Siria. La prima sparatoria è avvenuta vicino alla sinagoga, poi è scattata la corsa dei terroristi per le vie della città, tra i vicoli e i ristoranti.
«È stato uno shock – spiega Roberta Crescentini, pesarese ora residente a Vienna – Ci siamo addormentati molto male, non se lo aspettava nessuno. Vienna è una delle città più sicure d’Europa e al mondo. La polizia è molto presente in strada e ci sentiamo sicuri. Hanno scelto la sera prima del lockdown proprio per fare più male. C’era tantissima gente in giro. Noi abbiamo visto tutto in tv essendo in linea d’aria a 4 km dal luogo dell’attentato. La città ha reagito bene e non c’è stato panico. La matrice parrebbe islamica. Vienna è una capitale multietnica, cu sono tanti turchi e musulmani e c’è stata una condanna feroce da parte degli stessi musulmani. Un poliziotto e un anziano sono stati salvati da due ragazzi turchi, un atto di coraggio e un segnale di una città multiculturale coesa».
Il giorno dopo è il giorno in cui è scattato il lockdown generale per cui «è difficile capire se il poco movimento è dovuto alla paura o meno. Molti negozi hanno deciso di rimanere chiusi e sono state chiuse anche le scuole che sarebbero dovute rimanere aperte. Questo per far sì che meno gente possa riversarsi in strada in queste ore dove continua la ricerca dei responsabili. Qui il governo ha chiesto riserbo e i giornali non hanno divulgato troppi particolari».
Anche se il lockdown è iniziato, Roberta e la sua famiglia sono pronti a tornare alla normalità. «Non abbiamo paura, ci sentiamo sicuri. L’ultima che Vienna subì un attentato fu nel 1985. Torneremo alla vita di tutti i giorni, a partire dalla scuola».