Pesaro

Rossini Opera Festival, copertura mediatica in 23 Paesi ma incassi scesi di 200mila euro

Stabili le presenze con oltre 13.500 spettatori mentre il botteghino si ferma a 750mila euro contro i 957 dello scorso anno

La petite messe

PESARO – I numeri del Rossini Opera Festiva, tiene il dato delle presenze, ma gli incassi perdono 200mila euro.

La Petite messe solennelle diretta da Michele Mariotti ha chiuso alla Vitrifrigo Arena la 44esima edizione del Rossini Opera Festival. Il Festival, i cui Enti fondatori sono il Comune di Pesaro, Intesa Sanpaolo e la Fondazione Scavolini. si è attuato con il sostegno di Ministero della Cultura, Comune di Pesaro, Regione Marche, EBWorld, Fondazione Meuccia Severi ed è stato realizzato nel contesto di Pesaro Capitale Italiana della Cultura 2024.

Sono stati ben 40 gli eventi in cartellone tra spettacoli e incontri. Il programma, particolarmente ricercato, ha proposto la prima assoluta in edizione critica di Eduardo e Cristina e le rarissime Aureliano in Palmira ed Adelaide di Borgogna, nonché due Cantate mai eseguite al ROF: quella in onore di Pio IX e quella, non rossiniana, in memoria di Maria Malibran. Tra le principali novità della manifestazione spiccano i ROF Talks, ciclo di incontri tematici condotti dalla giornalista RAI Susanna Franchi, e l’estensione dei Salons Rossini, seguitissime serate musicali svolte quest’anno in cinque borghi storici della provincia: Gradara, Cagli, Mondavio, Carpegna e Urbino.

Il botteghino ha fatto registrare 13.576 presenze ed un incasso di 750.075 euro. L’anno scorso il dato si era spinto ai 957 mila euro. Tra le motivazioni l’assenza del teatro Rossini e il fatto che gli spettatori abbiano speso meno al Palas scegliendo posti non in platea. La percentuale di stranieri si è attestata al 50%, con Francia, Germania, Austria, USA, Svizzera, Regno Unito, Giappone, Spagna, Belgio e Russia tra le nazioni più rappresentate. Sono arrivati spettatori anche da Olanda, Irlanda, Israele, Australia, Svezia, Slovacchia, Bulgaria, Canada, Croazia, Repubblica Ceca, Hong Kong, Danimarca, Finlandia, Nuova Caledonia, Ungheria, Thailandia, Polonia, Brasile, Costa d’Avorio, Corea del Sud, Slovenia, Principato di Monaco, Romania, Serbia, Lettonia, Estonia, India, Lussemburgo, San Marino, per complessive 39 nazioni straniere.

Particolarmente significativa la copertura mediatica: sono stati accreditati 153 giornalisti (uno dei dati più alti della storia della manifestazione) per testate provenienti da 23 nazioni: Argentina, Austria, Belgio, Canada, Cile, Danimarca, Egitto, Francia, Germania, Giappone, Grecia, Israele, Italia, Perù, Regno Unito, Romania, Russia, San Marino, Serbia, Slovacchia, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera. Presenti inviati dei principali quotidiani nazionali e delle riviste nazionali e internazionali di settore. Tra le numerose testate straniere, scrivono del ROF 2023 celebri quotidiani quali il Financial Times (Inghilterra), la Sueddeutsche Zeitung (Germania) e il Mainichi Shimbun (Giappone), nonché il Jewish Chronicle (il più antico quotidiano di Israele) e Music Weekly (il primo magazine musicale cinese).

Il 45esimo Rof si terrà a Pesaro dal 7 al 23 agosto, nell’ambito di Pesaro Capitale italiana della cultura. Saranno proposte ben cinque produzioni liriche. Inaugurerà il Festival un nuovo allestimento di Bianca e Falliero, diretta da Roberto Abbado e messa in scena da Jean-Louis Grinda. L’opera manca al ROF dal lontano 2005. Seguirà un’altra nuova produzione, Ermione, affidata alla bacchetta di Michele Mariotti e alla regia di Johannes Erath. Il titolo non viene
eseguito al Festival dal 2008.

Due le riprese: L’equivoco stravagante ideato per il ROF 2019 da Moshe Leiser e Patrice Caurier, diretto da Michele Spotti, e Il barbiere di Siviglia creato per il ROF 2018 da Pier Luigi Pizzi, stavolta diretto da Lorenzo Passerini. Duplice appuntamento con Il viaggio a Reims per la celebrazione del 40 o anniversario della prima esecuzione dell’opera in tempi moderni a Pesaro nel 1984: accanto alla consueta versione interpretata dagli allievi dell’Accademia Rossiniana
“Alberto Zedda”, a chiusura del cartellone, l’opera-simbolo del Festival sarà presentata in forma di concerto con la direzione di Diego Matheuz.