Pesaro

Sanità, investimenti nella Provincia di Pesaro ma non per tutti: «Sassocorvaro grande esclusa»

Parte della struttura, che avrebbe ospitato i servizi pubblici, resta da ristrutturare e senza fondi pubblici per farlo; unica alternativa per il potenziamento del presidio è chiedere al privato di intervenire anche sulla parte restante

L'ospedale di Sassocorvaro
L'ospedale di Sassocorvaro

SASSOCORVARO – Maxi investimenti nell’edilizia sanitaria nella provincia di Pesaro Urbino ma non per tutti. È questo in sintesi il senso del grido di denuncia lanciato dai consiglieri regionali PD Biancani-Vitri: «Nonostante la Regione abbia annunciato un miliardo di investimenti in edilizia sanitaria, la struttura di Sassocorvaro è rimasta infatti fuori e non crediamo che sia un caso, ma il frutto di una scelta chiara di andare ancora di più verso il privato».

L’ospedale di Sassocorvaro è infatti il grande escluso dal PNRR sanità nella Provincia: non c’è traccia di nessun altro tipo di finanziamento pubblico da parte della Regione previsto nei prossimi anni. «Una struttura su cui non solo questa giunta non vuole investire, ma intende anche prorogare la convenzione con Villa Montefeltro fino al 2025 e trasferire loro persino quel poco di servizio pubblico rimasto, ovvero l’Acap per la continuità assistenziale. L’Ospedale, grazie al lavoro della giunta precedente, era stato oggetto di interventi di ristrutturazione da parte del privato in cambio della gestione dei servizi in parte della suddetta struttura, nell’ottica di una strategia di collaborazione tra pubblico e privato. Quando fu presentato, chi oggi è al governo, attaccò la Regione parlando di privatizzazione e svendita della sanità territoriale, mentre ora di quel progetto attiverà solo i primi 20 posti letto convenzionati, scegliendo di non realizzare nulla della parte pubblica».

Una decisione che tradirebbe il progetto iniziale di una sanità totalmente pubblica: «La recente scelta dell’attuale giunta – proseguono Biancani-Vitri – di non investire nemmeno un euro di fondi pubblici in quella struttura, infatti, tradisce sia il progetto originario sia la promessa di una sanità totalmente pubblica, ripetuta più volte in campagna elettorale dalla destra. Rispetto al disegno di un rapporto di collaborazione pubblico-privato si capisce bene come l’idea dell’attuale governo sia quella di andare sempre più verso una gestione totalmente affidata al privato».

Infatti, la parte della struttura che avrebbe ospitato i servizi pubblici resta ancora da ristrutturare e senza fondi pubblici per farlo, l’unica alternativa per il potenziamento di quel presidio sanitario è chiedere al privato di intervenire anche sulla parte restante. Questo significherà però che, per coprire gli investimenti, il privato chiederà la gestione anche dei nuovi servizi.

«Non per forza questo vorrà dire un indebolimento dell’assistenza sanitaria in quel territorio, ma sicuramente siamo di fronte ad un arretramento della gestione pubblica, e ad un percorso di privatizzazione operato da chi in campagna elettorale si è riempito la bocca con promesse di una sanità pubblica territorialmente capillare – concludono – Oggi nonostante abbia a disposizione milioni di euro, come mai prima d’ora ha avuto nessun altro Governo regionale, l’attuale maggioranza tradisce ogni aspettativa dei cittadini».