PESARO – «La risonanza magnetica urgente? Ripassi tra dieci giorni». A segnalare il disguido è Marta Ruggeri, consigliera M5S in Regione. «Nelle strutture pubbliche marchigiane non c’è posto, l’alternativa è andare a pagamento. Oppure, altra scelta, bisogna rivolgersi al sistema sanitario convenzionato dell’Emilia Romagna. Questa è, in estrema sintesi, la risposta fornita dal sistema di prenotazione nostrano a una paziente pesarese, che il giorno prima era rimasta bloccata nella sua automobile da una fitta lancinante alla schiena. Importanti settori della sanità marchigiana – argomenta Ruggeri – continuano ad essere in affanno anche a causa delle risorse e delle attività assorbite dall’emergenza sanitaria. La vicenda accaduta alla signora pesarese è la prova concreta di tale difficile situazione denunciata recentemente da Cgil e del suo preoccupante perdurare: rinvii e annullamenti di esami, visite, prestazioni specialistiche, interventi chirurgici e ricoveri, in particolare in ambito oncologico e cardio-circolatorio».
La consigliera aveva aveva incalzato l’assessore regionale Filippo Saltamartini, per sapere in quali tempi e in quali modi si sarebbe tornati alla piena operatività dei servizi in questione. «L’assicurazione di una risposta scritta, ma com’è già successo numerose altre volte la promessa è stata disattesa. Intanto, però, i cittadini continuano a vivere il disagio sulla loro pelle e le conseguenze di lungo termine saranno valutabili solo fra qualche anno.
Disagi e preoccupazioni provate anche dalla paziente pesarese soccorsa dal personale del 118 per una lombalgia acuta, che l’aveva bloccata nella sua automobile. Ricevute le cure al pronto soccorso dell’ospedale San Salvatore, è stata dimessa con una prognosi di sei giorni e l’indomani il medico curante le ha prescritto una risonanza urgente, che deve essere prenotata fuori dal circuito del pronto soccorso. Niente da fare però: il sistema di prenotazione ha risposto che nelle Marche non c’erano posti disponibili, entro dieci giorni, per il tipo di priorità richiesto da un episodio riconosciuto come grave. E niente da fare anche ripiegando su una priorità attenuata, meno urgente.
Alla signora pesarese – conclude Ruggeri – sono rimaste due scelte: o andare a pagamento o rivolgersi al sistema sanitario convenzionato dell’Emilia Romagna».