URBINO – Intervento all’anca con tecnologie innovative, primi interventi.
All’ospedale di Urbino i primi due interventi con la via mini invasiva anteriore per le protesi di anca. L’Ast Pu avvia una procedura innovativa, che permette al paziente un recupero veloce, con dolori post operatori notevolmente ridotti.
«Un reparto di eccellenza – aggiunge il direttore dell’Ast Pu Alberto Carelli – la protesi d’anca per via anteriore mininvasiva è una tecnica che può essere eseguita nella grande maggioranza dei pazienti e che porta rilevanti vantaggi che permettono al paziente di tornare in poco tempo alla vita quotidiana. Continuiamo ad elevare la qualità delle prestazioni con l’obiettivo di ridurre la mobilità passiva che, per l’ortopedia, in questa provincia è storicamente la più concentrata. In particolare si tratta di un’equipe che sta invertendo in maniera importante il trend con un aumento dell’attività che dal 2021 ad oggi è triplicata. L’attività è passata da 80 interventi di protesica maggiore nel 2021 a 207 interventi nei primi 10 mesi del 2024».
La via di accesso all’anca ‘anteriore mininvasiva’ è una tecnica chirurgica anatomica che prevede l’accesso all’anca passando attraverso piani intermuscolari senza tagliare nessun tendine o muscolo. E’ una tecnica che consente di posizionare una protesi d’anca con una cicatrice longitudinale di appena 8/10 cm, che può anche essere orizzontale nella piega inguinale nella sua variante ‘bikini’.
«Il nostro obiettivo – spiega il Direttore Ortopedia e Traumatologia Paolo Pirchio – è quello di eseguire regolarmente tale procedura chirurgica nei pazienti che rispettano le corrette indicazioni. I vantaggi per il paziente sono notevoli evitando di sezionare muscoli e tendini, come accade nelle altre vie chirurgiche. Una tecnica consigliata per la grande maggioranza dei pazienti ad eccezione dei pazienti obesi e con importanti alterazioni morfologiche dell’anca, come esiti traumatici e displasie importanti o complesse revisioni di protesi d’anca. I tempi di recupero sono notevolmente ridotti, con un rientro alla vita normale in tre-quattro settimane. Inoltre si riducono anche i rischi di lussazione, come dimostrato dalla letteratura scientifica. Obiettivi importanti come questo si raggiungono grazie alla collaborazione e alla professionalità dell’intera equipe, di tutto il personale del reparto e quello della sala operatoria. Per questo li voglio ringraziare per il sostegno e il lavoro profuso in questi due anni di attività».
«Con l’introduzione della tecnica mini invasiva compiamo un significativo passo avanti nel miglioramento delle cure in ortopedia – dichiara il Vice Presidente della Giunta e Assessore alla Sanità della Regione Marche Filippo Saltamartini – garantiamo ai pazienti marchigiani trattamenti più sicuri, tempi di recupero ridotti e un più rapido ritorno alla vita quotidiana. Questa procedura contribuisce a una sanità sempre più vicina alle esigenze dei pazienti».