Pesaro

Sanità, Vitri: «Servono compensi equi, gettonisti strapagati e pubblici in fuga verso il privato»

La consigliera regionale Pd: «La nostra proposta resta inascoltata, è scaricabarile sulle responsabilità. Acquaroli decida»

Micaela Vitri (Pd)

PESARO – Medici gettonisti e compensi, la consigliera regionale Micaela Vitri attacca la Giunta Acquaroli.

«Le parole del presidente Acquaroli sul ricorso ai medici gettonisti sono inaccettabili. Dopo 5 anni è ora che si assuma le sue responsabilità. Basta con i compensi triplicati ai medici a gettone! Acquaroli stabilisca che la retribuzione dei privati non superi quella del personale del Servizio sanitario nazionale e non scarichi le colpe su altri».

La consigliera Pd è un fiume in piena: «Credo che la Sanità pubblica debba puntare all’aumento degli stipendi e alle assunzioni a tempo indeterminato, ma nel frattempo, occorre risolvere alcune situazioni di estrema criticità, per la carenza di personale, garantendo un equo compenso a tutti i professionisti. Per andare in questa direzione, oltre un anno fa a gennaio 2024, come gruppo Dem avevamo proposto alla Regione con un’interrogazione di mettere in campo delle procedure centralizzate a livello regionale, per selezionare direttamente dei medici liberi professionisti con contratti di lavoro autonomo e indirizzarli dove c’è bisogno, in alternativa all’affidamento dei servizi medici alle società private. Personale che doveva essere pagato quanto i medici dipendenti pubblici, evitando così la fuga verso il privato. Una misura identica era stata attuata dalla Regione Lombardia, che aveva anche fissato i compensi, parametrandoli sulla remunerazione dei medici dipendenti, a 80 euro all’ora per specialisti in Anestesia e rianimazione, Terapia intensiva e del Dolore, in Medicina di Emergenza urgenza, e per gli altri specialisti che garantiscono l’attività di Pronto soccorso, e a 40 euro per tutte le altre professionalità».

Vitri precisa: «In questo modo la Lombardia ha ridotto l’impiego dei gettonisti delle società private, di qualità delle prestazioni. Una scelta necessaria per tre motivi: l’equità di trattamento ai professionisti, sia medici che infermieri, il risparmio per le casse della sanità e la qualità del servizio offerto. Talvolta infatti purtroppo ai “gettonisti” non vengono richiesti requisiti professionali specifici per la disciplina da esercitare, e sono pagati generalmente oltre tre volte rispetto ai colleghi dipendenti dell’ospedale. Chiediamo di bandire più concorsi pubblici».