SANT’ANGELO IN VADO – Tartufo, territorio e indotto economico. Dall’8 al 23 ottobre torna la 59esima edizione della Mostra Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato delle Marche, il secondo evento legato al tartufo per anzianità in Italia, preceduto solo dalla Fiera piemontese di Alba.
Il rapporto tra Sant’Angelo in Vado e il Tuber Magnatum Pico, il nome scientifico del tartufo Bianco, si perde nella tradizione: ancora oggi la città è considerata la “capitale estrattiva” del tartufo. I boschi, i calanchi e i fossi che circondano Sant’Angelo in Vado rappresentano l’habitat ideale per il tartufo.
«Sant’Angelo in Vado è una città intrisa di storia, natura e bellezza – ha detto il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino Giuseppe Paolini – se aggiungiamo anche l’aroma di tartufo capite quanto sia bella e importante questa manifestazione. Avere, oltre al prezioso tartufo, anche una domus romana e una mostra su Federico da Montefeltro danno a Sant’Angelo una caratura artistica di eccellenza. La bellezza poi sta anche nelle persone, nelle tradizioni, nei piatti tipici che questo evento esalta e regala a tutti i visitatori».
«Finalmente la Mostra Nazionale del Tartufo torna al completo in tutti i suoi aspetti – spiega il sindaco Stefano Parri – dopo i due anni di pandemia si torna a piazze affollate, senso di comunità e bellezza dello stare insieme. Quest’evento esalta Sant’Angelo in Vado e quel tartufo che è indice di un ambiente intatto ma non ci dimentichiamo i Comuni marchigiani colpiti dall’alluvione e stiamo pensando a iniziative congiunte con Pergola e Cantiano».
«Proponiamo un programma ricco – ha dettagliato il vicesindaco Massimo Guerra – con delle novità e dei graditi ritorni: dall’inaugurazione sabato 8 con la vertical dance sulla facciata del municipio, a TartufArte, fino all’apertura al pubblico di una nuova stanza della Domus del Mito e ai grandi classici come il Motoraduno del Tartufo. Continueremo con l’assegnazione di un Tartufo d’Oro ogni weekend e con una proposta musicale diffusa nella giornate di Mostra».
IL PROGRAMMA
Si parte l’8 e 9 ottobre con un sabato dedicato all’ambiente con flash mob e un convegno sui temi della sostenibilità, mentre la domenica spazio all’arte con la terza edizione di TartufArte, rassegna artistica con pittori che creeranno “in diretta” le loro opere nel centro storico di Sant’Angelo in Vado. Ci sarà spazio anche per la 30esima edizione del raduno di auto d’epoca “Le Strade del Tartufo” che porterà in città alcune tra le auto più belle mai progettate.
Il fine settimana del 15 e 16 ottobre invece è dedicato ai motori: il 44esimo Motoraduno internazionale del Tartufo porta a Sant’Angelo in Vado centauri da tutta Europa.
Il 22 e 23 ottobre si celebra invece il rapporto tra l’uomo e il cane con due grandi eventi tra tradizione e innovazione: il primo è la 48esima Gara di Cerca al Tartufo Nazionale in box che assegna il Trofeo Perrotta. Cani da tartufo provenienti da tutta Italia si sfidano in questa gara storica che premia velocità, fiuto ma anche il rapporto tra animale e tartufaio. La domenica pomeriggio sarà invece la prima gara per cani da tartufo “da macchia”, organizzata dall’Associazione Tartufai Vadesi, a indire un nuovo concorso per la cerca al naturale, come avviene nei boschi.
Ogni domenica sarà l’occasione per consegnare il Tartufo d’Oro, il più alto riconoscimento cittadino, assegnato a persone, enti o associazioni che si sono distinti nel proprio campo d’azione tra cucina, sport, lavoro, arte e sociale.
Il 30 ottobre invece il nuovo format dell’evento mette in vetrina la Fiera merceologica dei Tartufai, un evento che segue naturalmente la Mostra Nazionale perché ricorda i tempi in cui i tartufai, con i guadagni del primo mese di cerca, scendevano in paese per acquistare provviste per l’inverno.
Da non perdere la mostra “Federico e il Ducato di Urbino” che si inserisce nel filone delle celebrazioni federiciane per i seicento anni della nascita del Duca. Qui, all’interno della chiesa di Santa Caterina della Bastarde, si indagherà il rapporto di Federico con il suo ducato anche attraverso i suoi dialoghi con due vadesi eccellenti: il beato Girolamo Ranuzzi, sua guida spirituale, e il suo capitano d’arme Matteo Grifoni, autore della presa di San Leo.