PESARO – Due piazze, due visioni della politica, divise da 300 metri. E da un cordone di sicurezza ingente. Con poliziotti e carabinieri che hanno fatto da filtro ed evitato qualsiasi contatto tra le sardine radunate in piazzale Lazzarini e il popolo di Matteo Salvini in piazza del Popolo.
Il coordinatore delle sardine Mattia Santori ha parlato alle persone accorse, circa 400: «Il messaggio è che la campagna elettorale alla Salvini non paga più, lo abbiamo visto in Emilia Romagna dove hanno perso le regionali e speriamo di spiegarlo nelle altre regioni e territori. Le sardine seguono un processo lento di consolidamento nel radicamento territoriale per poi darci una struttura per stabilizzare contenuti e lavorarci assiduamente».
E ancora: «Qui nelle Marche il centrosinistra deve convergere nelle idee e nei programmi, poi va trovato un candidato comune, anche la scelta di una figura civica potrebbe pagare. L’importante è mettere al centro del dibattito sanità, lavoro e ricostruzione dopo il terremoto. Le Marche sono una regione in cui sarà possibile una rincorsa a un certo tipo di destra, che vedendo i nomi è molto più estrema e bieca di quella che conosciamo».