SASSOCORVARO – Riaperta la struttura sanitaria di Sassocorvaro, dopo tante battaglie e polemiche.
Ad esultare insieme ai cittadini, anche i consiglieri regionali Andrea Biancani e Micaela Vitri. «Un iter frutto delle scelte difficili ma responsabili del precedente governo di centro sinistra che ha avviato l’iter di accreditamento del privato, che ha garantito la ristrutturazione di parte della struttura e l’attivazione dei servizi. Un progetto lungo e complesso ed ha richiesto tempi difficilmente comprensibili dai cittadini».
La struttura sanitaria di Sassocorvaro è stato oggetto di interventi di ristrutturazione da parte del privato in cambio della gestione dei servizi in parte della suddetta struttura, nell’ottica di una strategia di collaborazione tra pubblico e privato.
«Quando fu presentato il percorso di una struttura con parte dei servizi privata e parte pubblica, chi oggi è al governo attaccò la Regione parlando di privatizzazione e svendita della sanità territoriale – affermano Andrea Biancani e Micaela Vitri -. In questi giorni abbiamo, però, letto dichiarazioni del governo regionale di centro destra in palese contraddizione con quanto hanno affermato nei cinque anni precedenti, in campagna elettorale e nei primi mesi di governo. La verità è che anche la destra sapeva benissimo che la scelta del privato convenzionato, che garantisce ai cittadini le stesse modalità di accesso alla sanità del servizio pubblico, era l’unica fattibile per la struttura di Sassocorvaro, anche alla luce della grave crisi di personale che oggi è ancora più forte.
Tant’è che, quando ha avuto la possibilità di rivedere le nostre scelte e di finanziare la parte pubblica della struttura attraverso le risorse del PNRR, l’attuale Giunta di destra ha invece deciso di proseguire in toto con il modello del privato convenzionato, non prevedendo alcun finanziamento né servizio pubblico.
Infatti, la parte della struttura che avrebbe ospitato i servizi pubblici resta ancora da ristrutturare e senza fondi, l’unica possibilità per il potenziamento di quel presidio sanitario è chiedere al privato di intervenire anche sulla parte restante, in cambio dell’affidamento di maggiori servizi. Un percorso di privatizzazione operato da chi in campagna elettorale si è riempito la bocca con promesse di una sanità pubblica territorialmente capillare».