PESARO – Un altro episodio di violenza al carcere di Pesaro con schiaffi e minacce. A dare la notizia è Nicandro Silvestri, segretario regionale del Sappe che racconta:
«Venerdi 5 febbraio, nel carcere pesarese, un detenuto italiano di circa 30 anni, con gravi problemi psichiatrici, solo da alcuni mesi trasferito dal carcere di Ferrara e già protagonista di vari episodi di violenza, aggressione ed altro, verso le ore 19.30 circa ha aggredito il poliziotto del Reparto con motivazioni pretestuose, colpendolo con uno schiaffo all’altezza dell’orecchio. Ha anche minacciato i vertici dell’istituto, responsabili, a suo dire, di assenza di attenzione nei suoi confronti e della sua situazione detentiva. Il gesto è stato così improvviso e immotivato che solo grazie all’immediato intervento di altri poliziotti di servizio ed anche di alcuni detenuti presenti, che si sono contrapposti tra l’aggressore e l’agente, non si è consumata una tragedia. Tutto questo a certificare, qualora ai vertici dell’Amministrazione penitenziaria di tutti i livelli – locali, regionali e nazionali – non ne fossero ancora convinti, inadeguatezza e inidoneità che persone con problemi psichiatrici continuino a essere reclusi in istituti penitenziari e non in istituti dove, oltre ad essere custoditi, possono essere anche curati».
Silvestri fa presente il detenuto a Ferrara «era stato protagonista di due aggressioni ad agenti ed al compagno di cella oltre ad aver compiuto atti autolesionistici. Perchè è stato trasferito al carcere di Pesaro e non in un istituto con annesso reparto di osservazione psichiatrico?».
Nel corso dell’anno 2020, si sono contati 41 colluttazioni nel carcere di Pesaro.
«La grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria – sottolinea Donato Capece, segretario generale del Sappe -. Solidarietà e vicinanza al Personale di Polizia Penitenziaria di Pesaro, che ancora una volta ha risolto in maniera professionale ed impeccabile un grave evento critico. Rivendichiamo tutele e garanzie funzionali nuovi strumenti che migliorino il nostro servizio bodycam e Taser su tutti nuovi protocolli operativi e soprattutto tutele legali».
Il Sappe stigmatizza la mancata assunzione di provvedimenti da parte del Ministero della Giustizia a tutela dei poliziotti penitenziari «sempre più spesso aggrediti, minacciati, feriti, contusi e colpiti con calci e pugni da detenuti e, nonostante, senza alcuna tutela reale della propria incolumità fisica personale».