Pesaro

Scuole superiori pesaresi, Paolini: «Siamo senza fondi per i riscaldamenti, sarà austerity»

Il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino ipotizza soluzioni: «Rischio del sabato in Dad e le associazioni non avranno le palestre riscaldate il pomeriggio»

Il campus di Pesaro

PESARO –  Riscaldamenti nelle scuole superiori, pronta l’austerity con il rischio del sabato in Dad. Giuseppe Paolini, presidente della Provincia di Pesaro Urbino, non nasconde la questione. «C’è un problema reale sul tema delle bollette non solo per le aziende, ma anche per gli enti locali come la Provincia. Ci sono importanti difficoltà perché parliamo di una stima di 3 milioni di euro per le spese di riscaldamento per le scuole superiori. Un costo non sostenibile per un ente che vive di trasferimenti statali e di tasse automobilistiche che sono però diminuite di 1,5 milioni.

Avremo spese enormi da affrontare senza contributi e introiti, come Upi nazionale stiamo facendo pressione sul Governo. Ma ad oggi abbiamo avuto 190mila euro di trasferimenti, che a fronte di 3 milioni sono poca cosa. Siamo preoccupati e speriamo di poter garantire il riscaldamento alle scuole. Sicuramente qualcosa cambierà perché dovremo razionalizzare».

Paolini ricorda l’anno 1973 quando ci fu una seria fase di austerity per risparmiare in maniera significativa.

Ecco gli esempi: «Dovremo pensare a temperature più basse nelle scuole, luci e riscaldamenti spenti nel pomeriggio. Le palestre non saranno più riscaldate per associazioni o amatori che le utilizzano il pomeriggio, ad eccezione di strutture utilizzate per diversamente abili. I giovani che giocano a basket o calcetto staranno senza riscaldamento e la doccia si farà a casa».

Ma c’è anche uno scenario peggiore. «Speriamo cambi la situazione, altrimenti sarà dura davvero. Al momento abbiamo coperture solo fino a dicembre. Potremo andare incontro a cambi di orari scolastici recuperando ore al pomeriggio e non andare il sabato. Altra idea è quella del sabato in dad. Gli incontri coi genitori saranno in videoconferenza».