Pesaro

Sdegno e commozione per la morte sul lavoro del 26enne Giacomo Cesaretti: «Inaccettabile»

Solamente nel 2022 si sono registrati oltre 1000 morti sul lavoro, un dato che rispetto al 2021 è in aumento del 21%: «L'ennesima vita spezzata ingiustamente»

Giacomo Cesaretti
Giacomo Cesaretti

FANO – Un risveglio tragico per gli abitanti della Città della Fortuna. La notizia del drammatico decesso sul lavoro del 26enne Giacomo Cesaretti ha fatto ben presto il giro di Fano e provincia gettando nello sconforto e nello sgomento una moltitudine di persone. Erano circa le 7 quando il giovane, dipendete delle Polver srl, sarebbe rimasto schiacciato da un macchinario che non gli ha lasciato scampo. Sull’accaduto stanno indagando le autorità e gli ispettori del lavoro.

Non si sono fatte attendere le reazione da parte delle sigle sindacali della provincia tra cui FIM FIOM UILM PESARO URBINO: «È inaccettabile che ancora ad oggi nel 2023 un lavoratore è partito da casa per andare a lavoro e non ne ha fatto ritorno. Da troppo tempo le OO.SS. denunciano le vera e propria emergenza della sicurezza nei luoghi di lavoro. A livello nazionale solamente nel 2022 si sono registrati oltre 1000 morti sul lavoro, un dato che rispetto al 2021 è in aumento del 21%; sconvolgente che ancora ad oggi il sistema non riesce ad affrontare il tema della sicurezza in maniera seria, in particolare nella nostra provincia si continua a vedere la tematica della sicurezza come qualcosa di “astratto” che dovrebbe essere alla base di ogni singola attività lavorativa. Sempre più spesso ci scontriamo con aziende che derubricano la sicurezza sul lavoro a semplice costo, procrastinando gli interventi di messa in sicurezza e la formazione, alimentando con il sangue i loro profitti- e concludono – Le organizzazioni sindacali chiedono fin da subito alle Associazioni Datoriali e alle istituzioni una cabina di regia per fare della materia della sicurezza un fatto culturale e non un mero obbligo di legge. Non possiamo più definire civile una società che accetta di dover registrare i “morti sul lavoro” e che di fronte a tali tragedie non si può provare solamente uno sdegno di “facciata” che dura per il solo tempo di una notizia. Prima di legiferare sulla sicurezza consigliamo al ministro del lavoro di ascoltare le parti sociali al fine di potenziare l’attività di controllo che è già molto debole per vari motivi».

Dello stesso tenore di sdegno il commento di Roberto Rossini CGIL:«In attesa di conoscere le dinamiche con cui è avvenuto il gravissimo infortunio mortale di questa mattina a Fano nella ditta Polver e l’individuazione delle responsabilità per le quali ci affidiamo alle apposite autorità, non possiamo evitare di sottolineare che ancora una volta siamo di fronte ad una morte avvenuta sul lavoro che si somma alle tante e troppe tragedie che da anni avvengono nel nostro paese. Non è accettabile che un giovane uomo di 26 anni possa perdere la vita per lavorare. L’ennesima vita spezzata ingiustamente che non si può accettare. Come organizzazione sindacale vogliamo esprimere profondo cordoglio e le nostre condoglianze alla famiglia e a tutti i congiunti del giovane operaio».