SERRA SANT’ABBONDIO – Serra Sant’Abbondio, piccolissimo comune pesarese che annovera 945 abitanti, è divenuto comune capofila nelle Marche, di un progetto, che unisce 6 festival itineranti dalle Alpi agli Appennini e fra i due mari, Adriatico e Tirreno: Musicastrada, Entroterre, Suoni Mobili, Alte Marche, Adriatico Mediterraneo e Transumanza Fest.
La rete di ben 22 comuni, tra Marche, Emilia Romagna, Toscana, Lombardia e Piemonte, coordinata da Dolce Vita, ha partecipato al bando del MIBACT Borghi in Festival, rivolto ai Comuni entro i 5000 abitanti.
Con la partecipazione al bando Borghi in Festival – che il Ministero ha promosso per favorire la rinascita e la rigenerazione culturale, turistica ed economico sociale dei piccoli borghi – Dolce Vita Festival concretizza l’idea del viaggio musicale e dello scambio di conoscenze dando luce ai più piccoli angoli nascosti e preziosi: Serra Sant’Abbondio, non a caso, è stato scelto come capofila di un progetto a cui hanno anche aderito Frontone, Piobbico e Arcevia, tutti comuni che partecipano al festival Alte Marche, prodotto da Musicamorfosi con il contributo dell’Unione Montana del Catria e Nerone.
Una presenza importante, quella delle Marche, nel progetto presentato, dove è stata coinvolta anche l’Associazione Adriatico Mediterraneo che fa parte della squadra con il Comune di Camerano e quelli del Consorzio Città Romana di Suasa (Castelleone di Suasa, Corinaldo e San Lorenzo in Campo).
«Abbiamo accettato il gravoso compito di essere capofila di questo importante progetto perché crediamo che il tema della rigenerazione dei borghi attraverso la cultura lanciato dal MIBACT, sia una importante risorsa per i piccoli Comuni – afferma il Sindaco di Serra Ludovico Caverni. – Siamo entusiasti di aver messo insieme, grazie a Dolce Vita Festival, un progetto che riunisce i Borghi di mezza Italia, diversissimi fra loro ma che ospitano tutti festival musicali: potremo contare così su un pubblico che condivide una passione che il Dolce Vita Festival saprà mettere in scambio e in rete. Dopo questa pandemia i piccoli borghi hanno la possibilità di rilanciarsi come luoghi dove è possibile risiedere, lavorare, fare cultura e andare a scuola. Il tutto in modo sostenibile e senza rischio di assembramento».