PESARO URBINO – Chiusure postazioni di Guardia medica, il caso diventa sempre più terreno di polemica politica. Micaela Vitri (Pd) e Marta Ruggeri (M5S) intervengono sul caso.
«Continuano a crollare come un domino le postazioni di guardia medica nella provincia di Pesaro – sottolinea la consigliera regionale Vitri -: dopo Vallefoglia, Gabicce/Gradara, Pesaro, Cagli (turni ridotti) e Mondavio, da martedì 1 marzo scatta anche la chiusura della guardia medica di Fano e Mondolfo, con il servizio garantito solamente nel weekend. Al tempo stesso nelle Marche oggi e mercoledì sciopereranno alcuni medici di continuità assistenziale per protestare contro la giunta Acquaroli».
La consigliera regionale prosegue: «I medici di continuità assistenziale chiedono il rinnovo dell’accordo integrativo regionale dallo scorso aprile, ma la giunta Acquaroli continua a ignorarlo considerando i presidi non essenziali. Non a caso l’assessore Saltamartini ha dichiarato che in assenza di guardie mediche ci si potrà rivolgere al 118. Come se non sapesse la differenza. Mantenere alcuni punti aperti invece è possibile intervenendo su due fronti: contratti allineati alle altre Regioni ed eliminazione delle incompatibilità che non consentono a molti medici di accettare l’incarico. Lo ha ribadito anche il dottor Alessandro Betonica, che lascerà l’incarico dopo 10 anni di guardia medica a Fossombrone».
Vitri ha sottolineato quanto chiesto da ottobre all’assessore Saltamartini: «Occorre intervenire in primo luogo firmando l’accordo integrativo regionale (Air), con cui si chiede di portare l’iniquo compenso orario di 23 euro lorde ad almeno 30, come hanno già fatto altre Regioni. Secondo intervento urgente che sarebbe risolutivo è poi l’abbattimento delle incompatibilità, ovvero quelle cause che impediscono a tanti medici disponibili di accettare l’incarico, come la soglia di 650 mutuati per i MMG e il raggiungimento dei 70 anni».
Marta Ruggeri, capogruppo M5S in Regione, soffia sul fuoco: «La continuità assistenziale dell’Area Vasta 1 continua a perdere personale ed è ormai ridotta al lumicino. Uno stillicidio che l’attuale giunta regionale non ha saputo arginare con la dovuta tempestività, il risultato è un plateale quanto preoccupante disservizio».
«Non è ammissibile – prosegue Ruggeri – arrivare al punto in cui il servizio di guardia medica sia di fatto chiuso un po’ in tutta la provincia, fatta eccezione per il fine settimana e per la realtà di Urbino. Gli stessi operatori smentiscono la giustificazione addotta dalla Regione riguardo alla mancanza di medici, e confermano che sarebbe stato utile adottare le soluzioni suggerite anche dai 5 Stelle. L’attuale ed evidente disservizio ai danni dei cittadini, che comunque non nasce ieri, si sarebbe dovuto evitare sia risolvendo l’incompatibilità contrattuale fra le funzioni di guardia medica e medico di medicina generale, sia prevedendo compensi adeguati per evitare la diaspora degli operatori verso altre attività».