Pesaro

Siccità, Pesaro-Urbino in Azione lancia le idee: «Laghetti artificiali o grande invaso»

Aato-1 è pronta ad affidare una analisi e progetto alle Università di Bologna, Urbino, Padova ed Ancona «adottando un approccio senza pregiudizi e fondato sulle competenze»

L'acqua che sgorga dal Burano

PESARO – Emergenza idrica, Pesaro Urbino in azione chiede una programmazione per affrontare la siccità. E lancia alcune proposte. «Avremo davanti un decennio in cui il territorio potrebbe trovarsi a fronteggiare una riduzione significativa della disponibilità di acque di superficie e di faglia, a causa dei cambiamenti climatici già in atto».

Il movimento ha affrontato il tema in un convegno nei giorni scorsi. Il moderatore Paolo Ragni, di Azione, ha rilevato che «il problema non si prospetta come causato da una maggiore richiesta futura di acqua, in quanto è attesa, per il 2030 e 2050, una chiara riduzione della popolazione in provincia. Piuttosto, l’attenzione è sulla sicurezza di poter avere acqua disponibile quando subentreranno periodi di crisi di siccità, come ad esempio quello attuale. Quindi non “più acqua” ma “acqua sempre”. Allo scopo di trovare la strategia migliore per prevenire e fronteggiare tale problema, è emerso al convegno che Aato-1 è in procinto di affidare uno studio di analisi e progetto, ad eminenti esperti delle università di Bologna, Urbino, Padova ed Ancona, adottando quindi quell’approccio senza pregiudizi e fondato sulle competenze, che è tanto caro ad Azione e che ne costituisce il metodo di lavoro. In questo senso, tra le soluzioni che, dopo lo studio, e quindi a ragion veduta, potrebbero essere vagliate, esistono quella della creazione di numerosi laghetti di percorso lungo i principali fiumi, o quella della costruzione di un solo invaso artificiale, come avvenuto nella vicina Romagna, dove l’invaso appenninico di Ridracoli eroga acqua a gran parte del territorio, ed ha persino creato un indotto turistico non trascurabile».

Azione ha ricordato che «grazie all’accordo con Enel Green Power si è dato il via libera alla pulizia degli invasi esistenti su Candigliano e Metauro, allo scopo di stoccare più acqua. Il principio però forse più rilevante e rassicurante emerso dal confronto tra le parti convenute ad Urbino, è che qualunque intervento dovrà essere scelto sulla base di criteri di efficacia, sostenibilità, e rapporto costi/benefici, all’interno di un percorso documentato e reso disponibile ad amministratori e cittadini, allo scopo di renderli partecipi della bontà della soluzione scelta. Si può quindi concludere che gli organi che si devono occupare di programmare la gestione ed erogazione dell’acqua nel nostro territorio stanno lavorando in modo scientifico e con un orizzonte di medio-lungo periodo».