PESARO – Quest’anno i pensionati hanno avuto l’adeguamento delle pensioni pari all’1,7%. Ciò significa che nel 2022 entreranno più soldi nelle tasche dei pensionati, grazie anche alle rivendicazioni dl sindacato finalmente si sono ottenute delle risposte. Tuttavia, la crescita dell’inflazione ai livelli che non si vedevano dal 2012, rischia di erodere gli adeguamenti pensionistici previsti per il 2022, e di lasciare al palo le pensioni.
Il risultato è quello di accentuare le diseguaglianze sociali, anziché diminuirle, complice tra l’altro una riforma del fisco che premia i redditi medio alti.
«Quello che avevamo preannunciato con lo sciopero del 16 dicembre si sta verificando proprio in questi giorni – spiega Loredana Longhin, segretaria generale Spi Cgil -, è sufficiente controllare la bolletta della luce o andare a fare la spesa o mettere la benzina, per vedere quanto siano pesanti gli aumenti».
Per Alessandro Pertoldi, presidente di Federconsumatori: «Il rialzo del costo dell’energia elettrica e gas durerà per tutto il 2022, pesando in maniera considerevole sui costi delle famiglie e dei pensionati. Soprattutto per quanto riguarda il consumo del gas per il riscaldamento, visto che i mesi di dicembre, gennaio e febbraio sono quelli in cui si consuma di più e la bolletta è più pesante.
I provvedimenti presi dal Governo vanno nella strada giusta, ma tuttavia non eviteranno il salasso per i consumatori. È necessario che queste misure diventino strutturali e non limitate ad uno o due trimestri. I rincari previsti per la luce e il gas, rischiano così di vanificare l’intero importo dell’aumento e di pesare ancora maggiormente sulle pensioni più basse».
L’importo delle pensioni si attesta intorno agli 811 euro lordi, con valori medi che variano dai 1.080 euro delle pensioni di vecchiaia ai 419 euro delle pensioni e assegni sociali. Inoltre bisogna rilevare che è di non poco conto la differenza tra uomini e donne relativamente all’importo della pensione di vecchiaia: se i primi percepiscono 1.345 euro lordi, le donne arrivano a 746 euro. Quasi 76 mila prestazioni pensionistiche, pari al 64,5% del totale, sono inferiori a 750 euro al mese.
«In pratica 2 pensionati su 3 percepiscono un importo che non consente loro di superare la soglia della povertà. È necessario aumentare l’importo delle pensioni e dei salari per ridurre le disuguaglianze e far ripartire l’economia – conclude Longhin -. Per quanto riguarda gli anziani non sono da sottovalutare nemmeno le ricadute psicologiche di questi aumenti (che si attestano intorno ai 500 euro all’anno), perché dopo tre inverni consecutivi di pandemia che ha costretto gli anziani all’isolamento forzato, non riescono a pagare elettricità e gas. È un problema enorme soprattutto nei mesi freddi dove si ha bisogno del riscaldamento ma il costo delle bolletta costringe troppe persone a tenere i riscaldamenti spenti».