FANO – «Le regioni centrali dell’Italia rischiano di diventare il nuovo mezzogiorno». A rilanciare l’allarme già denunciato dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti è il primo cittadino di Fano Massimo Seri.
A suffragare la posizione dei due, ci sono i dati che fotografano l’attuale quadro che appare assai desolante: «Condivido la posizione di Nicola Zingaretti e sono d’accordo con lui quando afferma che le regioni dell’Italia Centrale debbano stringere un patto di ferro. Al di là dei colori politici, se non iniziamo a ragione su una visione strategica condivisa, c’è il rischio concreto che l’Italia Centrale diventi il nuovo Mezzogiorno. In questa ultima settimana ho commentato la brutale fotografia scattata dalla Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’Industria del Mezzogiorno, soffermandomi sugli indicatori che si riferiscono agli ultimi dodici anni».
«Nelle Marche – prosegue il sindaco di Fano – il Pil è crollato del 18%, in Umbria del 25%. Il tasso di disoccupazione generale delle Marche è passato dal 5,07% del 2008 all’8.08% del 2020, per non parlare di quello giovanile che nella fascia 15-24 anni, dal 14,08% del 2008 ha subito un’impennata fino al 28,03% del 2020».
Seri pone poi le basi per la sua proposta: «Per rilanciare le nostre imprese abbiamo prima di tutto bisogno di infrastrutture e di collegamenti che potrebbero essere finanziati con le risorse del Recovery Plan. Va subito creata una cabina di regia per coordinare gli interventi. Insieme ai finanziamenti, però, servono progetti che fungano da leve finanziarie e occupazionali, altrimenti cadremmo nell’assistenzialismo. Senza dialogo, non c’è crescita. E tutto ciò che non cresce, non ha futuro».