PESARO – Accoglienza profughi ucraini, i Comuni chiedono aiuto al Governo. È la proposta lanciata dal sindaco di Pesaro e presidente Ali (Autonomie Locali Italiane) Matteo Ricci durante l’annuale Assemblea Nazionale di Autonomie Locali Italiane, manifestazione che vedrà, tra oggi e domani, alternarsi a Firenze oltre 300 sindaci e amministratori locali italiani.
«Il Governo istituisca un fondo speciale da dare subito ai Comuni, per le famiglie che accolgono i profughi. Allo stesso tempo occorre pensare ad un piano di adozione da parte delle Amministrazione italiane, verso quelle ucraini. Lo scopo – continua Ricci – è quello di creare un meccanismo per dare risposte e aiuti concreti adesso, nell’emergenza della guerra, e dopo, quando sarà il momento di ricostruire».
Fondo speciale per Comuni e famiglie che accolgono profughi ucraini. «I sindaci sono impegnati in prima linea nell’accoglienza dei profughi ucraini. Ora dobbiamo dare ordine e regole chiare. Allo scoppio del conflitto c’è stata tanta “solidarietà spontanea”, che va gestita per far arrivare a destinazione gli aiuti degli italiani. La maggior parte dell’accoglienza arriva dalle famiglie. Per questo chiediamo un fondo straordinario da dare ai Comuni, contributi che potranno essere distribuiti velocemente a chi ospita, grazie all’individuazione di criteri e controllando che nessuno faccia il furbo». Il modello da seguire, secondo Ricci, è quello usato durante l’emergenza Covid-19, con i buoni spesa, ben rodato dall’amministrazione pesarese. Ad oggi in Italia sono circa 60mila i profughi accolti, le stime dei prossimi mesi parlano di un milione di profughi ucraini. «Numeri molto più grandi – continua Ricci, che ha ricordato l’impegno dei sindaci nell’accoglienza dei profughi -. Siamo stati in prima linea anche quando chi scappava dalle guerre erano uomini ed erano neri. Ora i canali dei Cas e dei Comuni non basteranno. Per questo vanno dati degli aiuti, altrimenti il sistema d’accoglienza non reggerà».
Comune adotta Comune. Questa l’altra proposta di Ricci, lanciata insieme al sindaco di Fano Massimo Seri: «Vorremmo che ogni Comune italiano potesse adottare un comune ucraino, in base alle dimensioni e alle caratteristiche socio-economiche. Per aiutarli oggi, durante la guerra, e per farli ripartire quando i conflitti saranno cessati. Una solidarietà fraterna tra popoli e amministratori che può aiutare negli anni, un grande elemento di vicinanza. Esattamente come si fece nel dopo guerra, quando tanti comuni italiani si gemellarono con quelli tedeschi».
Il Comune di Pesaro per Kharkiv. «Siamo vicini Kharkiv, come noi Città della Musica Unesco. Attraverso questa rete di adozioni, imprese del territorio o i pesaresi benestanti, possono contribuire concretamente alla ricostruzione della città: di un asilo, di scuole, di spazi sociali, di teatri».
Sulle battaglie dei sindaci. Il sindaco Ricci ha chiuso il suo intervento tornando con forza a chiedere al Parlamento una riforma del Tuel e una modifica della Legge Severino: «I nodi della riforma del Tuel sono l’incandidabilità dei sindaci, che non si capisce perché deve permanere, e l’altra sono i terzi mandati. Abbiamo visto che c’è un gioco allo scaricabarile tra le forze politiche. Auspichiamo che l’ANCI con una delegazione bipartisan incontri tutti i leader politici, in modo tale che tutti si assumano la responsabilità, e che la politica nel suo complesso non abbia paura dei sindaci».