Pesaro

Gli stagionali sotto la Confcommercio Pesaro: «Non siamo fannulloni, ma diciamo no alle paghe da fame nel turismo»

La protesta di qualche esponente dell'Usb con megafono e striscione: «Non è una favola quello dello sfruttamento, alcuni preferiscono i sussidi»

La protesta sotto la sede Confcommercio

PESARO – Il botta e risposta tra lavoratori stagionali e referenti di categoria continua. Lunedì 21 giugno alcuni esponenti dei lavoratori stagionali dell’Unione sindacato di Base Usb si sono presentati sotto la sede Confcommercio Pesaro per rispondere alle dichiarazioni del direttore Varotti che ha siglato come «una favola la storia dello sfruttamento in stagione».

«Varotti, che in concerto con gli altri presidenti delle associazioni datoriali Federturismo e Confesercenti, attacca gli stagionali etichettandoli come fannulloni e sussidiati dovrebbe chiedersi il perché in tanti scelgono dei bonus una tantum o il reddito della miseria invece di andare a lavorare sulle coste – fanno sapere -. Sarà forse perché i ritmi usuranti e le paghe da fame non attirano più quei lavoratori che per anni hanno arricchito il territorio e i padroncini del turismo, ma che ora non ci stanno più. Parlano di sacrifici dopo un periodo difficile come quello appena passato, ma sono anni che gli stagionali fanno sacrifici lavorando come muli per paghe da fame. Ci dicono che siamo sulla stessa barca, peccato che gli imprenditori del turismo stanno sul ponte a bere Margarita mentre noi stiamo a remare. Ed oggi che questi imprenditori sciacalli abbassano ulteriormente le paghe in tanti abbiamo deciso di dire no».

Tutto era iniziato con una manifestazione in piazza in cui i lavoratori hanno sottolineato i turni infiniti e proposte indecenti da 2 euro l’ora, sono intervenuti anche gli operatori. Il presidente degli albergatori di Gabicce ha evidenziato come gli stagionali preferiscano altre forme di sostentamento come il reddito di cittadinanza e di avere difficoltà a reperire personale.
Un botta e risposta in cui si sono inseriti i sindacati citando i contratti di lavoro, unico modo per abbattere l’irregolarità che, secondo le sigle, nel comparto arriverebbe al 70%.

«Noi rispondiamo con forza dicendo che ci stiamo organizzando per pretendere i diritti che ci spettano. Lo sfruttamento nelle coste è strutturale, e non sono di certo casi sporadici. No al lavoro nero e grigio, no straordinari non pagati, tutte le ore in busta paga, applicazione e rispetto del CCNL di riferimento, diritto al giorno libero, salario minimo subito. Fino a quando ci saranno stagionali sfruttati noi ci mobiliteremo per rompere il ricatto e lo schiavismo in stagione. Se sei sfruttato vieni ai nostri sportelli sindacali, se ti hanno sfruttato contattaci ed andiamo a denunciare pubblicamente. Insieme si può».