Pesaro

Pesaro, atti persecutori verso l’ex compagna: scatta il divieto di avvicinamento

La Squadra Mobile ha raccolto la denuncia di una donna in evidente stato di ansia e paura. Ecco la storia

Violenza sulle donne, violenza domestica, stalking, violenza di genere

PESARO – Messaggi, insulti e ingiurie nei confronti della ex, divieto di avvicinamento per un pesarese.

Nell’ambito delle attività di contrasto del fenomeno degli atti persecutori, il personale della Polizia di Stato della Squadra Mobile di Pesaro ha dato esecuzione ad un’ordinanza contenente le misure del divieto di avvicinamento alla parte offesa e di comunicazione con essa, emessa dal Gip presso il Tribunale di Pesaro nei confronti di un uomo di 50 anni.

L’operazione di Polizia ha avuto inizio dalla denuncia della donna che ha trovato il coraggio e la forza di reagire agli atteggiamenti assillanti e prevaricatori dell’ex compagno, subiti da diverso tempo e tali da provocarle un grave ed evidente stato di ansia, dovuto alle pressioni psicologiche.

In seguito agli approfondimenti investigativi effettuati dalla Squadra Mobile è emerso che le azioni compiute dal predetto costituivano i tipici comportamenti di prevaricazione e d’insensibilità del reato di stalking: insulti, minacce gravi, invio alla parte offesa, continuamente, di innumerevoli messaggi vocali, whatsApp e telegram, pedinamenti e scenate di gelosia.

Comportamenti che hanno procurato alla persona offesa uno stato d’ansia e di costante terrore per la propria incolumità, e per quella del figlio della donna e delle persone a lei vicine; paura derivante anche dalla consapevolezza dell’ossessione sviluppata dall’ex compagno nei suoi confronti. In conseguenza di queste condotte la vittima è stata altresì costretta a modificare le proprie abitudini di vita.

La denuncia della donna ha consentito all’Autorità Giudiziaria di emettere un doppio provvedimento di divieto di avvicinamento e di divieto di comunicazione con qualsiasi mezzo alla parte offesa, ordinanza che in caso di inosservanza anche temporanea da parte del sottoposto può comportare l’applicazione di misure coercitive più gravi, fino alla custodia cautelare in carcere.

La valutazione circa la pericolosità del soggetto è stata supportata anche dall’emissione nei suo confronti, nel mese di gennaio, di un ammonimento del Questore e dagli specifici precedenti, emersi nel corso del relativo procedimento amministrativo curato dalla Divisione Anticrimine della Questura, circa analoghi comportamenti dallo stesso posti in essere nei confronti di altre due donne.

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