ANCONA – «La prima cosa che abbiamo fatto con l’Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ndr) è stato individuare con dettaglio la zona dell’epicentro, la magnitudo e la mappa dello scuotimento, ovvero l’area dove il terremoto ha prodotto una accelerazione al suolo». A parlare è David Piccinini, capo della Protezione civile regionale delle Marche.
Alle 12:53 di oggi una scossa sismica di magnitudo 4,3 ha interessato Montefelcino, in provincia di Pesaro Urbino. Un sisma che è stato avvertito distintamente anche in altre zone delle Marche, in particolare oltre che nel Pesarese, anche a Fano e nell’Anconetano a Senigallia, nello Jesino, ma anche ad Ancona. Numerose le chiamate ai Vigili del Fuoco, ma al momento «non si segnalano danni a persone o cose».
Il capo della Protezione civile spiega che la mappa di scuotimento del sisma è stata individuata dal pesarese verso est, ovvero verso il mare. «La sala operativa ha attivato il coordinamento con i Comuni interessati – dichiara Piccinini -, ovvero quelli della provincia di Pesaro Urbino e parte di quella di Ancona, ad essere interessati sono in tutto circa 50 Comuni, che abbiamo sentito uno ad uno».
«Una magnitudo sopra 4 – spiega – obbliga alla verifica della stabilità degli edifici strategici: i tecnici comunali in questi istanti stanno verificando eventuali danneggiamenti, che per ora però non risultano esserci stati». Tra gli edifici oggetto di monitoraggio ci sono quelli comunali, sede dei punti di gestione delle emergenze (Coc), le strutture sanitarie e le scuole.
Le operazioni di verifica degli edifici strategici sono condotte dagli uomini della Protezione civile in collaborazione con i Vigili del Fuoco. Per ora le chiamate giunte alle fiamme rosse, come evidenzia, «sono solo segnalazioni e non richieste di interventi. Ci risulta che molte scuole hanno attivato subito il piano di evacuazione, questo per noi è molto positivo perché abbiamo lavorato moltissimo sull’educazione ad una riposta ordinata in caso di emergenza».
Nelle ultime settimane nelle Marche si erano registrare anche altre scosse sismiche che avevano interessato oltre alla faglia attivatasi nel 2016 anche Cantiano, dove il 24 ottobre si era verificato un sisma di magnitudo 3.3. «Le Marche sono una regione dalla sismicità medio-alta – afferma -, non dobbiamo stupirci di questi eventi, ma averne una sana lucidità. Dobbiamo convivere con questi fenomeni, che si sviluppano arco temporale più lungo delle nostre vite, e preparaci ad essi».
Piccinini spiega che dal 1997 è in atto una «crisi sismica» che vede «una faglia distensiva che borda la fascia occidentale della catena montuosa». In una terra, come le Marche, ricca di antichi borghi, sorge il tema dell’adeguamento degli edifici agli eventi sismici.
Un tema sul quale interviene anche il capo della Protezione civile: «Ogni occasione legata alla ristrutturazione del patrimonio deve essere sfruttata, avendo cura di procedere al miglioramento sismico. Nel 2016 sono state interessate dal sisma anche aree che lo erano già state nel 1997 – fa notare -, credo che se non avessimo avuto un certo adeguamento sismico legato al terremoto del ’97, avremmo pianto più morti».
Un tema sul quale sta lavorando la Protezione civile è quello della micro zonazione sismica il cui obiettivo è quello di dettagliare l’accelerazione prodotta al suolo dal sisma. «Lo stiamo facendo con i Comuni – spiega – perché ci sono situazioni locali dove il segnale sismico è amplificato anche di tre volte da alcune condizioni». Infine l’invito alla popolazione: «Consiglio alla popolazione di consultare i piani Comunali di Protezione civile, perché lì ci sono le risposte operative a tutti i rischi, prevedibili e non prevedibili».