Pesaro

Terremoto, polemiche da Pesaro: «La Regione chieda lo stato d’emergenza. Irresponsabili, chi paga?»

Il sindaco Ricci ad Acquaroli: «Si discrimina un comune dall’altro per il colore politico». Biancani: «Assurdo»

Transenne per cornicioni pericolanti

PESARO – La Regione non chiede lo stato d’emergenza per il terremoto. Da Pesaro arrivano profonde polemiche.

«Acquaroli faccia il presidente della Regione Marche e non ascolti gli irresponsabili che discriminano un comune dall’altro per il colore politico. Chieda al governo lo stato d’emergenza e lavoriamo insieme per ottenere i fondi che servono a sistemare gli edifici danneggiati». È l’appello lanciato dal sindaco di Pesaro Matteo Ricci, che questa mattina si è recato davanti ad uno degli edifici sgomberati a causa del forte terremoto. 

«Ho letto un resoconto vergognoso del Consiglio regionale – commenta – Come fa la destra a dire che non abbiamo bisogno di aiuto? Ogni giorno sommiamo danni al patrimonio pubblico (scuole, musei, biblioteche, uffici pubblici ndr) a quello privato. Lo stato d’emergenza è la precondizione per essere aiutati. Pesaro, Fano e altre città della costa hanno bisogno di un sostegno concreto, tutti i marchigiani hanno gli stessi diritti». Quello dello scorso 9 novembre è stato il terremoto più forte degli ultimi 100 anni nel territorio, «Quando ci sono calamità come queste si aiutano i cittadini danneggiati. Se nessuno lo farà come faranno le persone sfollate a rientrare nelle proprie abitazioni?», ha concluso.

Intanto giovedì pomeriggio sono state fatte evacuare 9 famiglie da una palazzina di via Del Maino, in attesa di ulteriori verifiche.

Il Vicepresidente del Consiglio regionale Andrea Biancani (PD) insieme alla Consigliera Micaela Vitri, a tutto il gruppo PD, 5 Stelle e Rinasci Marche aveva presentato una mozione urgente sul sisma.

«Proponevamo semplicemente e senza nessuna intenzione polemica che la Regione chiedesse lo stato di emergenza al Governo nazionale, così da avere i fondi per le spese immediate (costi per evacuazioni, alloggi temporanei, trasferimenti delle scuole, messe in sicurezza temporanee) e per risarcire i danni subiti da famiglie, imprese, Comuni e Province, ma per la Regione il sisma non è una priorità. La maggioranza che guida la Regione ha, però, sostanzialmente dichiarato che la richiesta dello stato di emergenza non è urgente e nonostante la discussione della mozione ha deciso di rinviare il voto».

Per i consiglieri «Purtroppo, la maggioranza ha voluto far polemica politica sulla pelle di chi è stato colpito, sostenendo che ancora non c’è una stima precisa dei danni, il che è assurdo visto che proprio lo stato di emergenza serve a fare una corretta valutazione secondo le giuste procedure e certificazioni. Pensiamo ai tanti cittadini evacuati, ad esempio a Pesaro, Ancona e altre località, o alle tante scuole e chiese ancora chiuse perché danneggiate, o ancora alle aziende ferme perché non in sicurezza, e infine ai milioni di danni subiti dagli edifici pubblici; chi pagherà? Attualmente i cittadini e soprattutto i Comuni stanno già sostenendo spese immediate sia per dare un tetto a chi non può stare in una casa pericolante, sia per ricollocare servizi, scuole e uffici in edifici diversi, o anche per transennare una via o una parete a rischio, chi li risarcirà? Per quanto dovranno continuare a pagare? Per quanto potranno permetterselo? Ricordo che la Regione non ha voluto nemmeno anticipare i soldi agli alluvionati, limitandosi a garantire i prestiti per quelle poche attività che potevano permettersi di chiederli e che a tutt’oggi il nuovo governo non ha stanziato ulteriori risorse».