URBINO – «Abbiamo appreso dalla stampa della volontà dell’apertura dell’Area Covid all’interno dell’Ospedale di Urbino che, di fatto, sconfessa le decisioni prese in data 30 dicembre 2021 dalla Direzione Medica del Presidio di Urbino-Pergola dell’Asur e comunicata ai dirigenti sanitari interessati». A dirlo è Alfredo Rossini, coordinatore ANAAO Assomed Area Vasta.
«Siamo alle solite – tuona Rossini – e l’attuale situazione dei pazienti ospedalizzati affetti da Covid-19 (a Urbino come negli altri presidi marchigiani) non rappresenta un’emergenza ma il frutto inveterato di gravi carenze organizzative e programmatiche, essendo del tutto prevedibile una recrudescenza della pandemia che solo grazie alla vaccinazione di ampi strati di popolazione continua a manifestarsi con minore gravità rispetto alle ondate precedenti».
Nel merito, il coordinamento del sindacato Anaao Assomed Marche per l’AV1 ricorda che la patologia da SARS CoV-2 è una patologia di carattere squisitamente internistico, purtroppo con gravi quadri di competenza intensivistico-rianimatoria. «Pertanto la questione in oggetto dovrebbe trovare risposte adeguate all’interno del Dipartimento di Medicina ed eventualmente in quello dell’Emergenza e Accettazione (DEA): che queste strutture siano in difficoltà è vero, ma ciò è frutto di inadempienze e mancanza di personale, precedenti alla pandemia, che ora mostrano il limite della carente organizzazione. Il coinvolgimento di altre articolazioni aziendali come il Dipartimento Chirurgico e il Materno-Infantile è ad oggi quantomai ingiustificato, interrompendo e creando gravi difficoltà agli stessi nell’erogazione dei loro servizi specialistici», spiega l’ente in una nota.
«Resta il problema di strategica gestione dei pazienti positivi al tampone per l’individuazione di SARS CoV-2 in “strutture dedicate” all’interno delle Marche – insiste Rossini – essendo difficile immaginare una struttura sanitaria, un ospedale, con un Pronto Soccorso che per proprio mandato istituzionale deve rispondere alle richieste di salute della popolazione (affetta da Covid e non), esente da un coinvolgimento diretto in tempi di pandemia perché individuato come Covid-free».
Sotto l’aspetto sindacale Anaao Marche ricorda che «l’utilizzo di personale in discipline differenti rispetto a quelle di appartenenza espone a rischi assicurativi e medico-legali, di cui il redattore si farà carico disponendo “Ordini di Servizio” e/o “Mobilità d’Urgenza”, strumenti inadeguati e non contrattualmente previsti in mancanza di una vera e propria emergenza».