PESARO – Traffico di rifiuti tessili, otto arresti (sei in carcere e due ai domiciliari), 34 indagati italiani e cinesi, il sequestro di 10.000 tonnellate di rifiuti tessili del distretto industriale di Prato smaltiti illecitamente sia in Italia sia all’estero, anche in capannoni dismessi ed edifici abbandonati.
L’operazione ‘TexMajhong’ della Dda di Firenze con la polizia municipale di Prato e polizie locali di varie zone d’Italia ha portato a perquisizioni e sequestri a Prato, Pisa, Bassano del Grappa e Pesaro Urbino, in particolare nell’entroterra tra Fermignano e Urbania. Ad alcuni indagati è contestato il reato di associazione a delinquere dedita al traffico e smaltimento illecito di rifiuti.
Secondo le indagini fatte di intercettazioni, appostamenti, pedinamenti, tracciatura dei mezzi mediante apparati satellitari c’erano due filoni di smaltimento parallelo, uno sito in provincia di Pesaro e l’altro in regioni del nord Italia. Si trattava di capannoni industriali dismessi. Gli scarti tessili venivano fatti viaggiare con documentazione che attestava la perdita dello status di rifiuto, senza che in realtà gli stessi fossero stati sottoposti ad alcuna delle attività previste dalla normativa.
Elevati i profitti per tutti i componenti dell’associazione criminosa, con un illecito profitto stimato, nell’arco temporale di circa un anno e mezzo di 800.000 euro.
L’attività di indagine ha consentito quindi di mettere fine ad una vera e propria attività organizzata al fine di eludere i controlli in territorio italiano, l’esportazione degli scarti tessili verso la Spagna.