PESARO – Trasporto scolastico, cavilli e regole. Il consigliere regionale Andrea Biancani sottolinea una possibile falla nell’organizzazione.
«È importante e urgente che la Regione Marche si attivi quanto prima con il Ministero dei Trasporti per definire ed eventualmente chiarire se, in base alle norme vigenti, i ragazzi non vaccinati o guariti dal Covid da meno di sei mesi possono o meno utilizzare i trasporti pubblici per andare a scuola. La nuova ordinanza del Governo del 9 gennaio autorizza infatti gli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado ad usare i bus scolastici senza Super Green pass dal 10 gennaio fino al 10 febbraio. Ma, sempre in base alla nuova ordinanza, in deroga alle recenti misure anti-Covid che hanno introdotto l’obbligo del green pass rafforzato, gli studenti potranno continuare a utilizzare i mezzi pubblici, indossando le mascherine FFP2, solo se si tratta di mezzi di trasporto a loro dedicati.
In realtà, escludendo gli studenti che utilizzano gli “scuolabus”, spesso gestiti direttamente dai Comuni e dedicati prevalentemente alle scuole primarie, molti ragazzi per raggiungere gli edifici scolastici utilizzano dei mezzi pubblici (autobus o treni) che non rientrano tra i mezzi oggetto della deroga prevista dal governo. Mi chiedo se questa lacuna sia una svista di chi ha scritto le nuove norme al Ministero, oppure se l’obiettivo sia realmente vietare l’uso dei mezzi pubblici ai ragazzi non vaccinati o guariti dal covid da meno di sei mesi. Gli stessi ragazzi che paradossalmente possono entrare nelle scuole».
Di qui la confusione e la necessità di chiarimenti: «Spesso gli studenti utilizzano mezzi del trasporto pubblico locale che non sono ad uso esclusivo degli studenti o corse a loro dedicate. Di fatto i ragazzi non vaccinati o non guariti non potranno utilizzare gli autobus o i treni che normalmente utilizzano per andare a scuola. Un problema che creerà maggiori disagi agli studenti che abitano nell’entroterra e devono compiere lunghi tragitti. La sensazione è che tra la redazione dell’ordinanza e la sua emanazione non ci sia stato un sufficiente approfondimento. Mi auguro che quanto prima ci siano dei chiarimenti che consentano di capire la reale applicazione dell’ordinanza e i requisiti richiesti, senza creare disparità o contraddizioni. È necessario che ci sia coerenza tra le regole per l’accesso a scuola e i servizi per poterla raggiungere».