URBINO – Chiusura della Medicina d’Urgenza dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Urbino, l’AST PU precisa: «Non si tratta di una chiusura del reparto, bensì di un trasferimento dell’attività presso la Medicina Interna con l’allestimento di cinque posti che prima erano in Murg e che verranno gestiti dai medici internisti, con personale dipendente e non, come attualmente succede, gestiti da medici delle cooperative. Un’operazione che ci consentirà di ridurre il numero dei medici a gettone e utilizzare al meglio le risorse umane, in forza all’ospedale di Urbino, per una migliore qualità del servizio erogato e considerando, allo stesso tempo, i numeri di utilizzabilità dei cinque posti letto della Murg che, in queste ultime settimane non giustificano l’apertura di un reparto. Nessun taglio di posti letto, ma solo una riorganizzazione».
«L’obiettivo primario della direzione sanitaria – spiega il Direttore Generale Ast pu Alberto Carelli – è garantire la continuità dell’assistenza e la sicurezza dei pazienti. Infatti in questa fase, sono stati attivati 5 posti letto aggiuntivi presso il reparto di Medicina Interna per assicurare la presa in carico dei pazienti che necessitano di ricovero urgente. L’apertura della Murg era stata decisa dalla Direzione Generale durante il picco influenzale. Attualmente, i cinque posti letto vengono utilizzati solo parzialmente con personale medico totalmente dedicato. Risorse che potranno essere utilizzate per smaltire l’afflusso dei pazienti del Pronto Soccorso».
Carelli chiude: «L’Ast ha già messo in atto azioni concrete per il potenziamento del Pronto Soccorso di Urbino. È prevista per il mese di giugno l’arrivo di una nuova risorsa medica che andrà a rafforzare l’organico del DEA (Dipartimento di Emergenza e Accettazione) e si sta attivando per reperire altro personale. Qualora si ripresentasse un picco di accessi al Pronto Soccorso (che nel 2024 ha registrato 16.000 accessi, gestiti con due turni di medici sempre in servizio), si valuterà l’opportunità di riportare la Murg nei locali originali, ma sempre gestiti dalla medicina Interna. La soluzione adottata, dunque, non incide sulla qualità del servizio offerto all’utenza, ma è finalizzata a riorganizzare al meglio le risorse disponibili al fine di fornire un servizio di qualità per i pazienti».
Il caso diventa subito politico e Micaela Vitri, consigliera regionale Dem sottolinea: «Non chiediamo a Gambini e Foschi di incatenarsi davanti all’Ospedale, ma almeno di battere un colpo. Vogliono difendere l’ospedale o rimangano a guardare mentre viene smantellato? Ho presentato un’interrogazione urgente, a cui martedì in Consiglio dovrà rispondermi l’Assessore Saltamartini. Con questo atto chiedo se la Giunta regionale intenda bloccare immediatamente la chiusura della Medicina d’Urgenza ad Urbino, aperta a settembre 2024 con una spesa di 280mila euro, evitando di privare il nosocomio principale delle aree interne di un reparto fondamentale. Mentre si annuncia con grande enfasi la realizzazione della nuova palazzina dell’emergenza, dal primo maggio sarà chiusa la Medicina d’Urgenza, un reparto funzionale al Pronto Soccorso, alla Rianimazione e al dipartimento di emergenza».
Vitri chiude: «La Giunta Acquaroli ha fortemente depotenziato il reparto di medicina che, nonostante il trasferimento di 5 posti letto estendibili a 8, ne ha persi 20 in questi anni. La situazione è ormai fuori controllo e la responsabilità della Giunta Acquaroli è quella di aver smantellato il presidio nevralgico anche per i cittadini degli altri comuni delle aree interne. Auspico dunque-conclude Vitri- che venga scongiurata la chiusura della Medicina d’Urgenza perché il personale sanitario e i pazienti meritano dignità e rispetto».