URBINO – Riccardo Branchini è scomparso dal 12 ottobre, la famiglia chiede di svuotare la diga del Furlo.
Lo fa tramite l’avvocata Elena Fabbri che è pronta ad andare in Prefettura «per formalizzare la richiesta di svuotare la diga della Gola del Furlo».
«La risposta ce l’abbiamo lì (nella diga, ndr.) – sottolinea la mamma Federica Pambianchi in un’intervista a VeraTv, condivisa da lei sui social. La donna chiede «che vengano riprese le ricerche, soprattutto nelle tre grotte che ci sono sott’acqua». Zone finora non perlustrate perché – continua la madre – «mi hanno spiegato che era molto pericoloso: c’è tanta corrente e molta acqua che risucchierebbe chiunque. Hanno provato anche con un robot ma a quanto pare è stato risucchiato anche lui». L’operazione non richiederebbe molto tempo, un giorno e mezzo, massimo due. Ma finora l’autorizzazione non è stata accettata. «E questo è un problema grosso» dice preoccupata la madre.
Per i familiari, quindi, bisogna continuare a cercare nel luogo in cui domenica 13 ottobre è stata trovata l’auto di Riccardo con dentro il cellulare, il portafoglio con i documenti e alcuni vestiti.
Chiude con un appello: «Se mi dovesse sentire, voglio che sappia che mi manca da morire. Sto malissimo senza di lui. Sa che qualunque cosa sia successa, io sono disposta a comprenderlo, parlarci e anche ad aiutarlo. Non so quale problema avesse, ma io devo aiutarlo. Devo. Altrimenti starei male. Non deve avere paura di tornare a casa, troverebbe solo tanto amore per lui. Anche il babbo lo sta cercando ovunque, disperato».