URBINO – Costrette a prostituirsi per soldi, regali e ricariche telefoniche. Arrivano le richieste di condanna. È questa l’accusa che ha portato in tribunale a Urbino cinque imputati con l’accusa di sfruttamento della prostituzione minorile nei confronti di due sorelle romene che all’epoca dei fatti (il 2015) avevano 14 e 16 anni, residenti a Pietrarubbia, in provincia di Pesaro e Urbino.
Secondo l’accusa sarebbero state indotte a prostituirsi con cinque uomini (imputati, quattro dei quali hanno tra i 70 e i 90 anni) per almeno tre mesi, da agosto fino a novembre 2015. Poi c’è una ragazza bulgara di 27 anni accusata di aver fatto da tramite di congiunzione tra le minori e gli uomini.
Tra gli imputati, oltre agli uomini coinvolti, ci sono anche i genitori delle due ragazze, accusati di aver sfruttato e favorito la prostituzione delle figlie, che poi si sono costituite parte civile nel processo. Il padre risulta irreperibile da tempo.
Quattro degli imputati hanno un’età compresa tra i 70 e i 90 anni; uno, il più giovane e originario della Nigeria, ha 60 anni. Tre hanno scelto il procedimento ordinario; gli altri due invece il rito abbreviato davanti al Tribunale di Ancona. Per uno di questi la procura aveva chiesto una pena di quattro anni, per l’altro di cinque.
Sono stati chiesti sei anni per la bulgara che avrebbe fatto da tramite e sei anni per la madre delle due ragazze, difesa da Carlo Scalpelli. Chiesta l’assoluzione per il nigeriano e un 70enne urbinate per insufficienza di prove, accusati di essere due dei clienti.